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Cuore tifoso Milan: ricomincio da tre

Pioli potrebbe pensare a un difesa tutta nuova

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Superati due giorni difficili, due giorni di Champions League, due giorni di vittorie degli “altri”, bisogna pure sforzarsi di parlare di calcio anche nel cortile rossonero. E lo sforzo è doppio considerando la cicatrice degli ultimi 90 minuti, anzi, 92, il Lecce, il missile di Calderoni, gli ennesimi punti bruciati, la classifica che è stagnante come certe paludi pericolose. Uno sforzo che chiaramente deve convertire sulla parte buona della partita di domenica scorsa, i tentativi – riusciti – di essere finalmente produttivi nella fase offensiva, certe prestazioni individuali (Calhanoglu, Hernandez) che hanno assecondato l’idea di Pioli di mettere nelle migliori condizioni certi giocatori, di dare loro modo di potere esprimere caratteristiche che possono e devono essere valori aggiunti in un Milan certamente non composto di fenomeni.

Il Milan, lo abbiamo visto, ha pagato caro questo primo esperimento in difesa. Detto che la prima e fondamentale causa dell’amarissimo 2-2 – ancora una volta – è stata la mancata testa, la mancata determinazione, è indubbio che la retroguardia è risultata vulnerabile soprattutto a causa delle caratteristiche dei due laterali: Theo Hernandez è uno che spinge e dietro fa fatica, anche se la sua fase difensiva è risultata comunque più efficace di quella di Conti, onestamente un flop in entrambe le situazioni (anche se giocare da terzo difensore, a un certo punto, non lo ha certo aiutato). Anche in considerazione del ritorno alla titolarità di Calabria - che non sta certamente rappresentando una garanzia - e del fatto che andrebbe continuato e supportato il tentativo di vedere ancora il Milan assai presente negli ultimi 30 metri, sarebbe interessante vedere una squadra impostata in maniera più stabile su una difesa a tre. Difficile, vero. Soprattutto perché elemento fondamentale per provare questa novità sarebbe Caldara, che giocando da centrale in un simile sistema all’Atalanta ha costruito le fortune sue e della squadra: i dubbi sul suo recupero, sulla sua affidabilità in tempi brevi sono più che leciti, e purtroppo il Diavolo non ha molto tempo. Però sgravare di qualche responsabilità i due esterni – specialmente Hernandez, che ha dimostrato di potere mettere in difficoltà le difese altrui -, giocare con due mediani centrali “di lotta e di governo” (Kessié o Krunic, Bennacer o Biglia) e poter scegliere più varianti sui tre davanti, ivi compresa la caldeggiata opzione “#SusoOut” (Calhanoglu e Paquetà dietro una punta, oppure uno dei due alle spalle di Piatek e Leao) sarebbe quantomeno interessante. A Roma ci accompagna almeno la curiosità tattica, vedere e capire come Pioli continua il suo cammino a caccia della formula giusta – o meno peggio. In mancanza di altri obiettivi, per ora, bisogna accontentarsi.

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