Sarà un Inter da scudetto o semplicemente migliore?

Se le trattative per Dzeko, Lukaku, Barella e Kovacic avranno esito positivo è lecito pensare ad un'Inter più forte ma non (ancora) da scudetto

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Il terzo scudetto consecutivo della squadra Primavera non è arrivato ma si è comunque tagliato il traguardo di una terza finale, la quale certifica la bontà di un settore giovanile che in questi anni l'Inter ha strutturato in modo formidabile. Due giorni fa ho chiesto di lanciare almeno un giovane, a poche ore dalla notizia della partenza di Vanheusden ed Emmers ( trattativa che però non è stata ancora conclusa), questo non significa che lo si debba fare per forza, a costo di portare in prima squadra un giocatore costretto a fare panchina e intristirsi lungo la stagione. Nel frattempo le strategie, anche se a metà giugno, sembrano delineate, ma non è così chiaro dove realmente possa arrivare una formazione che, se tutto andasse come suggeriscono le previsioni, potrebbe avere una difesa con Skriniar, De Vrij e Godin, un centrocampo con Brozovic, Kovacic e Barella, la permanenza degli esterni Politano e, per ora, Perisic, pronti a servire un attacco composto da Dzeko e Lukaku. Anche così e magari ulteriormente migliorata da un innesto importante, non si può parlare di un Inter da scudetto, per quanto più solida e aggressiva, meno prevedibile e più tosta in attacco. La differenza la fa la rosa al completo, il tecnico in panchina e una società ben organizzata.

È però vero che l'ambiente nerazzurro troppe volte, anche con Inter improbabili, tra giugno e luglio si è illusa, spinta da una stampa che citava gli acquisti, li esaltava ad uno ad uno e li magnificava al punto da ritenere accettabile il pensiero di una lotta scudetto, con tanti tifosi ad esaltarsi persino di fronte a giocatori che conosceva poco o nulla.

Una squadra però ha un'identità che viene formata da un tecnico e l'Inter quest'anno può contare su un fuoriclasse verso il quale pende un'irritazione, ma anche il riconoscimento che si tratti di un fuoriclasse. In questo senso le scelte che vengono fatte, compreso quella di Icardi, ormai messo ai margini in modo anche brutale, nonostante la decisione di voler restare, fa parte di quella dimensione muscolare a cui Conte vorrebbe che somigliasse la sua Inter. I nomi in Estate, messi insieme a bocce ferme, ispirano sempre fiducia ma non sembrano ancora in grado di poter contendere lo scudetto. È una valutazione fallibile e decisamente imperfetta, ma figlia di una prudenza che, considerando gli ultimi otto Campionati dell'Inter, penso sia legittima.