Padroni del proprio destino

Basteranno sei punti nelle ultime tre gare ai nerazzurri per raggiungere il traguardo Champions

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Che poi, detta così, fa un po' paura; due vittorie in tre partite, ammesso e non concesso che chi insegue faccia filotto. Ad esempio, nel caso fortuito in cui settimana prossima Milan, Roma e Toro non raccolgano bottino pieno potrebbero bastare tre punti col Chievo per arrivare perlomeno quarti. Fantascientifico, ma giusto per spiegare la situazione.

Però altri erano i piani ad agosto; il famoso passo in avanti, così atteso, non c'è stato. E lo ribadiamo, soprattutto dopo Udine. Il nostro allenatore picchia duro sul famoso equilibrio; giocare con due punte non si può altrimenti manca l'equilibrio, ti scopri e rischi di subire gol. Ricorderei a Spalletti che al Friuli hai rischiato di beccare pure col famoso equilibrio ed è tutto il campionato, eccezion fatta per qualche rara occasione, che rischi di beccare nonostante l'equilibrio. Perché, mi scusi sa, spesso e volentieri la squadra non è che abbia dato l'idea di essere invulnerabile ed impenetrabile, al netto di possedere la seconda miglior difesa del torneo. Il massimo comun denominatore domenicale è, finora, la sofferenza; le certezze in una scatola, messe da parte.

Giratela come Vi pare l'annata è ad oggi negativa, dal punto di vista del gioco. Almeno per quanto mi riguarda. O, meglio, per quelle che erano le mie attese.

Mai pensato, nemmeno un nanosecondo, di ricoprire il ruolo di anti qualcosa; certo non mi aspettavo di essere, a duecentosettanta minuti dalla fine, a meno tre rispetto alla passata stagione, sei gol fatti in meno e due in più subiti. Numeri alla mano, non inventati. Numeri che certificano, casomai, una delusione palpabile anche e soprattutto tra la tifoseria, quella sì presente, appassionata, innamorata dei propri colori come poche.

Certo, giusto ricordare gli infortuni; spesso hanno intralciato i piani tecnici. Ma anche qui; quasi sempre infortuni muscolari. Quindi? Responsabilità di chi? Mia non credo. Tralasciamo l'Icardeide, gestita come peggio non si poteva, con depauperamento del centravanti non solo economico, direi soprattutto tecnico; Mauro non inquadra la porta dalla prima guerra punica ormai. Senza stare a fare analisi di colpe o ragioni, quelle spetteranno a chi di dovere quando sarà il tempo. Ma, nonostante tutto, siamo qui, a un passo dalla meta. Magari in maniera non esaltante, a volte va bene turarsi il naso e non far troppo gli schizzinosi, intanto ci siamo. Altrimenti quelli che ci stanno dietro che dovrebbero fare?