Logo SportMediaset
In evidenza

Seguici anche su

Ultima fermata Pyongyang

Un paese che soffre la fame non ha tempo per il calcio

05 Set 2021 - 08:43

Se si vuol decifrare l’imprevedibile “caos calmo” che sta dominando l’attualità in Corea del Nord, il calcio offre chiavi di lettura ed analisi quanto mai singolari per decifrare una realtà così distante dalla nostra. Pyongyang, capitale e centro economico del paese, come mai prima d’ora, sembra avvolta dall’incertezza e il macrocosmo sportivo nazionale ne sta pagando le inevitabili conseguenze.

Il politic bureau, guidato dal “Grande Successore” Kim Jong-un, ha scelto di perseguire la strada del “zero casi/zero rischi” nella prevenzione pandemica: quindi paese sostanzialmente isolato, confini chiusi (limitando anche gli ingressi di merci nel paese e rimpatriando i connazionali all’estero con una lunga quarantena) ed eliminazione di qualsiasi situazione che potesse far scaturire possibilità di contagio. Nonostante la nazione sia sull’orlo di una grave crisi alimentare, paragonabile solamente alla terribile carestia degli anni Novanta, il governo centrale ha scelto di indirizzare tutti i suoi sforzi nei confronti della sicurezza nazionale a livello sanitario, prima di ogni cosa. A farne le spese è stato anche lo sport più popolare al mondo che è passato da prezioso strumento di propaganda e soft power, ad attività di rilevanza secondaria, per utilizzare un eufemismo, per i quadri alti del Partito dei Lavoratori.

Nel maggio di quest’anno, l’Asian Football Confederation (AFC) ha annunciato il ritiro della Selezione nazionale nordcoreana dalle qualificazioni per la prossima Coppa del Mondo; nonostante la rosa allenata da Yun Jong-Su fosse in piena corsa per il passaggio del turno. L’incontrollata diffusione del virus e la complessa gestione della campagna vaccinale nazionale (Pyongyang ha rifiutato categoricamente i vaccini cinesi per la scarsa fiducia nella loro sicurezza ed efficacia), ha però fortemente condizionato le scelte del governo.

L’ultima gara ufficiale della nazionale si è giocata il 19 novembre del 2019, in Libano. Non si scende in campo per un match della DPR Korea Football League (massima serie nordcoreana) dall’ottobre dello stesso anno e, nelle ultime settimane, l’AFC ha ufficializzato il ritiro dei Chollima (mitico soprannome della Selezione) anche dalla Coppa d’Asia under 23 e dalle qualificazioni femminili per la prossima World Cup. Un’autentica sistematica dissoluzione, almeno in campo internazionale, di un movimento calcistico nazionale unico nel suo genere.

Esemplificativa la parabola di Pak Kwang Ryong: ex capitano della nazionale nordcoreana, con un glorioso passato al Basilea, costretto lo scorso agosto a lasciare la prima divisione austriaca per via delle sanzioni Onu che impedivano al St. Pölten di rilasciargli un comune permesso di lavoro. La Billionaire Sport Management, società che gestisce i diritti dell’attaccante attualmente svincolato, ha recentemente pubblicato sul proprio canale YouTube una compilation di gol per cercare di attirare l’interesse di società straniere.

Commenti (0)

Disclaimer
Inizia la discussione
0/300 caratteri