Da leggenda vivente a fardello il passo è in un click
Sembra ormai una consuetudine. Da hapax siamo ormai alla regola: la (ex) squadra più forte del calcio italiano è uscita dall’Europa prematuramente. Tra le possibili cause della disfatta, il giornalismo sportivo ha scelto il suo bersaglio. La frustrazione e la rabbia si sono vestite con empito livoroso di un abito facile, quasi irrispettoso. Il colpevole per tutti è lui: Cristiano Ronaldo.
Il fuoriclasse portoghese è tutto a un tratto vecchio, superato. È macchinoso, lento. È un accentratore di gioco, è egoista. È incapace di mettersi al servizio della squadra. È sopravvalutato e sazio. È innamorato della sua immagine, un solipsista della peggior specie. L’analisi più spietata giunge dalle parole del vate Cassano. Uno che – purtroppo – non ha peli sulla lingua, che può e deve dire tutto. Cristiano Ronaldo, per Fantantonio, è dannoso. Prima di ogni altra cosa, per il calcio di Pirlo. Ronaldo è un peso. È un lusso che non ci si può più permettere. Peggio ancora: è parte di un ingranaggio che senza di lui funzionerebbe meglio.