Olimpiadi 2021, saremo senza bandiera?

L'Italia rischia un danno di immagine spaventoso

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È una crisi tutta politica quella che rischia di portare gli atleti italiani a Tokyo 2021 con lo status di apolidi. Niente inno né bandiera alle Olimpiadi, il che equivarrebbe a “un danno di immagine spaventoso”, per utilizzare le parole del presidente del Coni Giovanni Malagò. Lui si dice preoccupato ma ottimista, anche se per ora ascolta solo parole quando il tempo, risicato, richiederebbe fatti concreti.

Il pantano dove si è immersi riguarda l’incompatibilità tra la riforma dello Sport e la Carta Olimpica, “la nostra stella cometa” come l’aveva battezzata Malagò stesso, regalandone una copia ai giornalisti in conferenza stampa. Era il 2019, un’era politica fa, il matrimonio tra le forze di governo filava a rose e fiori – al massimo, quando serviva, si dava una spruzzata di profumo per non far sentire il cattivo odore – e tutto lasciava presagire una soluzione nel breve termine.

Quello che veniva richiesto era il conformarsi all’articolo 27 della Carta, inerente ai C.N.O. (Comitati Nazionali Olimpici), che devono avere “competenza esclusiva per quanto riguarda la rappresentanza dei propri Paesi” e, soprattutto, “devono preservare la loro autonomia e resistere a tutte le pressioni, incluso quelle di ordine politico, religioso od religioso”. Con la riforma attuata dal governo Conte I, invece, il Coni si è visto ridurre la propria influenza con una possibilità d’azione ridotta e, quindi, incompatibile con i principi della Carta.

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