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La selezione basca è una piccola patria

Orgoglio e radici dell'Euskal Selekzioa

24 Dic 2020 - 08:03

Il calcio fu importato in terra basca tra gli ultimi decenni dell’ottocento e i primi anni del novecento dagli inglesi che, per ragioni di commercio, approdavano quotidianamente nel golfo di Biscaglia. Inizialmente questa nuova disciplina non fu accolta con vivo entusiasmo dall’élite del luogo, la quale riteneva il football un’alternativa al ben più tradizionale gioco della pilota, derivato della pallacorda.

Tuttavia col passare del tempo il pallone fece sempre più breccia nel cuore del popolo e non impiegò molto per divenire parte integrante della cultura basca, come dimostra il felice progetto dell’Athletic Club che, a partire dal 1910 circa, iniziò a commissionare a noti ritrattisti (baschi e non) una serie di quadri raffiguranti episodi e protagonisti del Bilbao. In occasione del centenario poi – celebrato nel 1998 – , la società biancorossa decise di raccogliere tutte le opere encomiastiche accumulate nel corso degli anni in una mostra, denominata Arte en la Catedral.

Tra i numerosi dipinti da ammirare, non si può non citare la suggestiva scena catturata da Aurelio Arteta nell’Idilio en los campos de sport. In questo suo capolavoro l’artista basco rappresenta lo storico attaccante dell’Athletic Rafael Moreno Aranzadi, meglio noto come Pichichi (esatto, il premio come miglior marcatore della Liga prende il nome proprio da lui), al fianco di colei che sarebbe diventata la sua consorte. Quando si dice “calcio e cultura”, nel senso più ampio del termine: quitema amoroso e calcistico si fondono inestricabili sulla tela con l’identità territoriale.

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