IL CASO

Giovani azzurri violentano una collega uzbeka, la risposta della Federscherma: "Ci costituiremo parte civile"

La vicenda sarebbe avvenuta nella notte fra il 4 e il 5 agosto 2023 e avrebbe coinvolto tre promesse dello sport azzurro, accusati di aver stuprato la diciassettenne 

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Giovani azzurri violentano una collega uzbeka, la risposta della Federscherma: "Ci costituiremo parte civile" - foto 1
© Getty Images

Una vicenda dai contorni ancora grigi ha colpito la Federscherma nelle ultime ore. Una storia che va oltre i contorni sportivi e che travalica in quelli della cronaca tanto da spingere l'ente sportivo a costituirsi come "parte civile" in seguito alla segnalazione di una giovane atleta uzbeka che avrebbe denunciato ai poliziotti del Commissariato di San Vitale (Roma) di essere stata violentata durante un ritiro della Federazione a Chianciano Terme nella notte fra il 4 e il 5 agosto 2023. 

Come riportato dal Corriere Fiorentino, la vicenda avrebbe visto protagonista la 17enne che, dopo aver festeggiato in un pub nella cittadina toscana con altri tre atleti italiani (un minorenne di 17 anni, un milanese di 20 anni e un foggiano di 18 anni) si sarebbe risvegliata il mattino successivo nella camera di uno di loro dolorante e soprattutto senza ricordare quanto successo la notte precedente. Accompagnata prontamente dalla madre alla stazione dei Carabinieri di Chiusi (Siena) per denunciare lo stupro, la ragazza è stata prima condotta al Bambino Gesù di Roma per le prime cure e, due giorni dopo, all'Ospedale San Giovanni dove le sono state riscontrate ecchimosi e traumi diffusi.

Oltre a ciò gli esami tossicologici hanno evidenziato tracce di droga nelle urine, un'anomalia per una sportiva periodicamente sottoposta a controlli antidoping e soprattutto in contrasto con la ricostruzione dell'atleta uzbeka che avrebbe confessato di aver assunto soltanto "una bibita analcolica" prima di non ricordare più nulla di quanto accaduto. Il pubblico ministero della Procura di Siena Serena Menicucci ha aperto un fascicolo per violenza sessuale aggravata dalla minorata difesa nel quale sono stati inseriti nel registro degli indagati i tre schermitori azzurri. 

Il legale della ragazza, l'avvocato Luciano Guidarelli, avrebbe chiesto alla Federscherma di sospendere gli indagati in via cautelare, per evitare all’atleta di incontrare durante le gare chi ha denunciato, "come invece è avvenuto già lo scorso settembre a Istanbul quando la mia assistita è stata costretta a cambiare hotel. Ho provato a dirlo a Federscherma che però non ha preso alcun provvedimento: il suo presidente non mi ha mai ricevuto".

L'ente capeggiato da Paolo Azzi ha risposto con una nota nella quale si sottolinea come la FIS abbia "tempestivamente, e in più occasioni, avuto confronti diretti con la Magistratura inquirente, al fine di conoscere la situazione e gli sviluppi dell’attività investigativa, nel rispetto del segreto istruttorio che contraddistingue la fase procedimentale ancora in corso. Sulla base di tali informazioni e rassicurazioni acquisite, la Federazione – differentemente da quanto riportato – ha dettagliatamente risposto all’avvocato della denunciante, depositando anche la nomina della Federazione per una costituzione di parte civile nell’eventuale giudizio, qualora venisse disposto dalla giustizia ordinaria. La ricostruzione fornita, nelle parti che chiamano in causa l’operato della FIS, non risponde in alcun modo all’attenzione posta sulla vicenda da parte della Federazione, che si è invece immediatamente attivata nei contatti con la Magistratura ordinaria e sportiva, riponendo massima fiducia nell’operato delle autorità".

Sul caso è intervenuta anche la procura di Siena che non ha deciso di non sottoporre gli indagati a misure cautelari "non ravvisandone i presupposti". Gli inquirenti hanno spiegato di aver ricevuto la notizia di reato nel tardo pomeriggio del 5 agosto e di aver dato le prime disposizioni per le indagini nella stessa serata assumendosi "ogni responsabilità" sulla scelta di non applicare ulteriori misure e per la quale "e' pronta a dare ogni e qualsiasi spiegazione nelle opportune sedi".

Una vicenda che probabilmente verrà chiarita nelle aule di tribunale soltanto nei prossimi mesi, ma che nel frattempo ha visto coinvolta la scherma intera tanto da spingere la Federscherma a pensare un ulteriore intervento come spiegato nel comunicato: "La Federazione Italiana Scherma, che dei valori sani e autentici dello sport ha fatto la bandiera della propria attività non meno delle medaglie olimpiche e paralimpiche, e che attraverso questo lavoro quotidiano si è affermata come un esempio riconosciuto di impegno sociale, valuterà tutte le azioni necessarie a tutela della propria immagine e a difesa di quel che ogni giorno afferma nelle sale di tutta Italia". 
 

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