LIBRI & SPORT

Il Premio Bancarella Sport compie 60 anni: i libri finalisti dell'edizione 2023

Ecco la sestina dei titoli selezionali tra i 51 in concorso: il vincitore verrà nominato il 15 luglio

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Il Premio Bancarella Sport compie 60 anni: i libri finalisti dell'edizione 2023 - foto 1
© ufficio-stampa

Sei libri emozionanti, interessanti, curiosi. Storie olimpiche, mondiali, dimenticate, intricate. Aneddoti di persone, di atleti memorabili, scritti con trasporto, con umanità. Precise analisi prospettiche dello sport. I finalisti della sessantesima edizione del Premio Bancarella Sport incarnano pienamente l’essenza di questo premio. Lo sport visto da tutti i punti di vista. I membri della Fondazione Città del Libro, delle Associazioni dei Librai, del Panathlon, i Direttori delle principali testate giornalistiche italiane, hanno ritenuto che questi titoli più di altri, fossero meritevoli di contendersi la vittoria finale. Una scelta complicata, per la qualità dei 51 libri in concorso ma alla fine questo è stato l’esito:

- CHRIS AMON. LA SFORTUNA NON ESISTE di EMILIANO TOZZI edito da  EDIZIONI MINERVA
- GIULIANO GIULIANI, PIU' SOLO DI UN PORTIERE di PAOLO TOMASELLI edito da 66THAND2ND
- LE NUOVE GUERRE DEL CALCIO. GLI AFFARI DELLE CORPORATION E LA RIVOLTA DEI TIFOSI di MARCO BELLINAZZO edito da FELTRINELLI
- UN GIOCO DA RAGAZZI di BRUNO CONTI CON GIAMMARCO MENGA edito da RIZZOLI
- UNA SQUADRA di DOMENICO PROCACCI edito da FANDANGO LIBRI
- UNA VITA IN ALTO di SARA SIMEONI CON MARCO FRANZELLI edito da RAI LIBRI   

Gli Autori si contenderanno l’ambita ceramica, ideata dallo scultore Umberto Piombino, raffigurante San Giovanni di Dio protettore dei Librai, che spetterà al Vincitore assoluto. Nei prossimi giorni inizierà il percorso che accompagnerà i sei finalisti, Vincitori del “Premio selezione” alla serata di assegnazione del Bancarella Sport. Il primo dei due appuntamenti organizzati dal Panathlon, sarà la presentazione della sestina, il 15 maggio p.v. a Lucca. Seguirà l’incontro di Portofino del 15 giugno p.v. prima di giungere in Piazza della Repubblica a Pontremoli il 15 luglio. Nella stessa serata finale di Pontremoli, si celebrerà la seconda edizione del Premio Panathlon, quest’anno assegnato a Massimo Calandri, autore del libro “Non puoi fidarti di gente così. Storia della squadra di rugby che sfidò l'apartheid” edito da Mondadori.

Verrà infine svelato il nome del diciannovesimo vincitore del Premio Bruno Raschi.
“Ogni anno la scelta diventa sempre più difficile. I volumi in gara sono già selezionati con accuratezza dalle Case Editrici che peraltro colgo l’occasione di ringraziare per il sostegno, il supporto e l’affetto che non ci fanno mai mancare. Gli Autori sono tutti di grande livello. Le Commissioni sono formate da elementi competenti ed attenti che voglio cogliere l’occasione di citare: Paolo Francia, Pietro Mascagna, Giovanni Tarantola, Angelo Panassi, Roberto Lazzarelli, Stefano Barigelli, Guido Vaciago, Ivan Zazzaroni, Gianfranco Coppola, Danilo di Tommaso, Paolo Liguori, Giovanni Bruno, Massimiliano Mascolo, Nino Goti. La sestina ci dà piena soddisfazione. Ed ora, vinca il migliore!”  Il Segretario del Premio Bancarella e Presidente della Fondazione Città del Libro, Ignazio Landi”
                                             
Chris Amon. La sfortuna non esiste – Emiliano Tozzi – Minerva Edizioni
«La sfortuna non esiste. Il destino lo creiamo noi con le nostre mani e con le nostre azioni.» Così parlò il mitico "Drake", Enzo Ferrari. Allestire la miglior vettura possibile. Per una totale assunzione di responsabilità, di fronte a una sorte potenzialmente nemica. Le tante rotture meccaniche che finirono per descrivere la carriera di Chris Amon a cavallo tra gli anni Sessanta e Settanta ne delinearono nell'inconscio collettivo e nell'ambiente delle corse quel fortissimo ritratto che sfociò nel luogo comune del "pilota sfortunato". Al punto di far rapidamente dimenticare ad addetti ai lavori e non quel senso diffuso di un campione e un pilota in grado di aggiudicarsi un leggendario titolo iridato nel campionato Sportpro-totipi, regalando alla Ferrari a bordo della bellissima P4 l'indimenticabile vittoria in parata nella 24 Ore di Daytona del 1967, assieme al compianto compagno di squadra: Lorenzo Bandini. Raccontare la carriera di quell'unico pilota neozelandese alla guida delle vetture del Cavallino rampante, in tutta la storia dell'automobilismo sportivo, vincolata solamente al giogo della sfortuna non sarebbe giusto e nemmeno onesto. Nel tentativo d'immaginare, anche solo lontanamente, chi fosse realmente Chris Amon. Dai suoi esordi nella terra d'origine fino a quella telefonata che portò il nome di Gilles Villeneuve all'attenzione di Ferrari, i risvolti che raccontano ancora oggi un pilota inimitabile furono molteplici e insospettabili. Un pilota straordinario, che non vada ricordato solamente per la sua incapacità di vincere un Gran Premio di Formula 1. Nonostante un talento fuori dal comune. Oltre quel mare, di eterna sfortuna. 

Le nuove guerre del calcio. Gli affari delle corporation e la rivolta dei tifosi – Marco Bellinazzo – Feltrinelli
Da Maradona al metaverso, un’inchiesta sui protagonisti della deriva autoritaria e oligarchica che minaccia di trasformare per sempre il calcio. Il calcio moderno negli ultimi vent’anni è stato protagonista di uno straordinario sviluppo economico e tecnologico, superando qualunque crisi – dallo scoppio della bolla della New Economy ai postumi del fallimento di Lehman Brothers – e anzi incrementando il proprio giro d’affari e la propria penetrazione nei mercati internazionali. Ma questa cavalcata, all’apparenza inarrestabile, ha generato anche una forte polarizzazione, con l’avvento di vere e proprie corporation sportive, e ha prodotto disuguaglianze e squilibri via via più marcati. La prima grande recessione abbattutasi sul sistema a causa della pandemia ha reso il calcio più vulnerabile, facendone il campo di battaglia di fondi di investimento, broadcaster, imprese di telecomunicazione e giganti del web, pronti a spendere enormi somme per accaparrarsi squadre o asset nevralgici, come i diritti tv, e i relativi dividendi. Lo sport di vertice, e i club calcistici in particolare, sono diventati ancor più che in passato l’oggetto del desiderio dei governi autocratici, interessati a farne piattaforme mediatiche per legittimarsi a livello geopolitico, alimentando non di rado episodi di sportswashing. Il calcio si è così tramutato in una sorta di faglia democratica messa in pericolo da una deriva oligarchica. Il conflitto è in atto su diversi fronti. E sarà sempre più aspro nel prossimo futuro: tra chi ambisce a edificare un calcio elitario e orientato allo show business e chi, nel solco di ciò che è stato il calcio popolare dei Maradona e dei Paolo Rossi, auspica il ritorno a un modello più sostenibile, con meno sprechi e mega-ingaggi, che riconosca e valorizzi il ruolo dei tifosi. Chi vincerà in questo scontro? Quale volto avrà il football fra dieci anni? Sarà quello virtuale della PlayStation, quello ovattato degli stadi-teatro o quello delle curve gremite e festanti? Da Maradona al metaverso, un’inchiesta sui protagonisti della deriva autoritaria e oligarchica che minaccia di trasformare per sempre il calcio. Cosa ne sarà da qui al 2030 dello sport più amato e praticato del pianeta? Il pallone scivolerà sempre più nei pixel del mondo digitale o rimbalzerà ancora fra i vicoli delle città e nei campetti di periferia?

Una squadra – Domenico Procacci – Fandango Libri
Dal 1976 al 1980 l’Italia è la squadra da battere. Parliamo di tennis e il trofeo per cui si lotta è la Coppa Davis. La squadra è formata da quattro giocatori: Adriano Panatta, Corrado Barazzutti, Paolo Bertolucci, Tonino Zugarelli. In quei cinque anni raggiungono la finale quattro volte, vincendo solo una volta: nel ’76 contro il Cile. I cinque giocatori si raccontano liberamente a Domenico Procacci e dopo tutti questi anni non hanno più remore nel rivelare i segreti e le divisioni di una Nazionale scanzonata e indisciplinata ma che nonostante tutto, in quegli anni, è stata la squadra più forte del mondo.Intorno a quella finale si crea un vero e proprio caso politico, con enormi polemiche sull’opportunità di andare a giocare con i colori dell’Italia nel Cile del dittatore Pinochet. Le finali raggiunte ma poi perse sono nel ’77 contro l’Australia, nel ’79 contro gli Usa e nell’80 contro la Cecoslovacchia. Nelle prime due edizioni, ’76 e ’77, la squadra ha come capitano non giocatore una leggenda del tennis italiano, Nicola Pietrangeli. A sua volta finalista nel 1960 e 1961, Pietrangeli verrà esonerato dalla sua stessa squadra dopo la sconfitta del ’77 in Australia. Lo considera tuttora un vero tradimento. È lui il quinto protagonista della nostra storia. Una Squadra è la voce dei cinque artefici di una delle vittorie più epiche dello sport nazionale.

Giuliano Giuliani, più solo di un portiere – Paolo Tomaselli  - 66thand2nd
In dodici mesi, tra il maggio del 1989 e l'aprile del 1990, il portiere Giuliano Giuliani alza la prima Coppa Uefa nella storia del Napoli e celebra il secondo scudetto dell'èra Maradona. È l'apice di una carriera che lo ha portato a competere con Zenga e Tacconi per il ruolo di miglior numero uno italiano. Solo che Giuliani, a differenza dei rivali, è un ragazzo taciturno, malinconico. Tra i pali e fuori dal campo è essenziale, affidabile, spesso decisivo, ma concede poco allo spettacolo, che negli anni Ottanta sta già diventando parte integrante del mondo del calcio. Poi, proprio nel momento in cui la favola della sua carriera sembra aver cancellato i brutti ricordi di una vicenda familiare drammatica, tutto va in frantumi: Giuliani diventa il primo (e finora unico) calciatore italiano sieropositivo. È possibile che il contagio sia avvenuto all'addio al celibato prima del matrimonio di Maradona, a Buenos Aires, e di sicuro il portiere scenderà in campo malato per diverso tempo con la maglia dell'Udinese. Questo libro è un viaggio nel profondo della vita di «Giulio», una storia mai raccontata che apre punti di vista differenti sul calcio di quegli anni e sul perché Giuliani sia stato rimosso dal ricordo pubblico. Una storia viva, bruciante, ricca di voci, di emozioni, di interrogativi e anche di risposte. La storia di una persona, prima che di un personaggio, raccontata con passione e misura.

Un gioco da ragazzi. Dalla Roma alla Nazionale, il mio calcio di una volta – Bruno Conti con Giammarco Menga – Rizzoli
«Signor Conti, suo figlio Bruno è davvero bravo e vorremmo portarlo con noi in America» dice il dirigente della squadra di baseball di Santa Monica. Alla parola "America", mia madre chiede senza pensarci due volte: «Scusate, ma l'America dove si trova?». In cucina c'è silenzio assoluto. Poi, dopo una manciata di minuti, mio padre si decide: «Mio figlio è piccolo e da Nettuno non si muove». Se lui avesse detto sì in quella tiepida serata di agosto, non sarei mai diventato Bruno Conti. Aveva cominciato con il baseball, il piccolo Bruno – il più brasiliano di tutti i nostri calciatori che per la prima volta si racconta in questa autobiografia vivace e sincera –, ma lo aspettava una lunga ed emozionante carriera che avrebbe fatto di lui una colonna della Roma e un uomo-chiave nel mitico Mondiale dell'82. Cresciuto in una famiglia semplice e unitissima nei dintorni della Capitale, Bruno ha fatto la gavetta per campetti, lottando contro il pregiudizio verso la sua piccola statura, però nulla ha potuto fermarlo grazie alle sue eccezionali doti da funambolo e alla sua personalità testarda e pugnace. In queste pagine si susseguono aneddoti inediti con gli altri protagonisti dell'epoca – da Liedholm, superstizioso, che allineava le scarpe in spogliatoio, a Pruzzo, dedito alla guida pericolosa – e ricordi di partite memorabili. Sono spiragli che svelano al lettore l'epoca in cui il calcio era ancora "un gioco da ragazzi", fatto di fatica ed entusiasmo, polvere e festeggiamenti a base di fettuccine al ragù. E, allo stesso tempo, riportano alla mente dei giallorossi e di tutti coloro che ricordano l'Italia dell'82 un protagonista assoluto. Unico e vero.

Una vita in alto – Sara Simeoni e Marco Franzelli  - Rai Libri
Sara Simeoni si racconta in prima persona a Marco Franzelli, storico giornalista sportivo Rai, attraverso i retroscena, molti inediti, di una carriera che l'ha portata ad essere eletta "Atleta del Centenario" nel 2014 in occasione dei 100 anni del Coni.Sara Simeoni è amata come pochi altri campioni della storia italiana. Per i risultati che ha saputo raggiungere nella sua lunga carriera, per aver aperto la strada alle donne nello sport ad alto livello, combattendo per far cadere tabù e pregiudizi, per l'atteggiamento sorridente che nasconde una forza di carattere che le ha permesso di superare non solo l'asticella in pedana ma anche le piccole e grandi difficoltà della vita. Un personaggio, quello di Sara, che è prima di tutto persona. Lo ha dimostrato riscuotendo grande favore di pubblico per l'allegria e l'autoironia che ha mostrato a milioni di telespettatori nella trasmissione di Rai 2 "Il circolo degli anelli" dedicata la scorsa estate all'Olimpiade di Tokyo. È sempre lei, l'eterna ragazza di Rivoli Veronese, ma è tornata popolarissima sui social e sulle prime pagine dei giornali, così come le accadeva quando vinceva negli anni '70 e '80. Nel libro, con la stessa divertita leggerezza, Sara Simeoni si racconta in prima persona a Marco Franzelli, storico giornalista sportivo Rai, attraverso i retroscena, molti inediti, di una carriera che l'ha portata ad essere eletta "Atleta del Centenario" nel 2014 in occasione dei 100 anni del Coni. E poi aneddoti imprevedibili, comici, bizzarri; insospettabili curiosità e originali ritratti dei personaggi dello sport, e non solo, le cui storie di sono intrecciate alla sua.

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