TOKYO 2020

Tokyo 2020, Giacomo Crosa: "Per Jacobs corsa perfetta, Tamberi al top senza pubblico"

L'ex sesto posto nell'alto a Messico '68 analizza ai microfoni di Sportmediaset gli ori dei due azzurri

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Le imprese esaltanti di Tamberi e Jacobs a Tokyo 2020 hanno lasciato il segno nella storia dello sport. Due ori incredibili, conquistati a pochi minuti l'uno dall'altro e vissuti con grandissima emozione. "E' stata una giornata shock - ha spiegato a Sportmediaset Giacomo Crosa, sesto posto nel salto in alto a Messico '68 -. E' stato un momento unico a livello emotivo. Le prove di Tamberi e Jacobs sono state due performance straordinarie". "L'atletica italiana ha messo in vetrina i suoi due atleti più rappresentativi centrando un risultato incredibile - ha aggiunto -. Ma il movimento azzurro ha anche tanti altri giovani interessanti". 

Getty Images

"Il trionfo di Jacobs è stato più completo e lineare - ha spiegato Crosa analizzando il successo del velocista azzurro -. Una presa di coscienza del suo valore al cospetto degli avversari lungo tutto il percorso olimpico". "Ha corso batteria e semifinale in progressione, migliorando i tempi e prendendo consapevolezza della propria forza - ha proseguito -. Dopo il 9"84 Marcell si è reso conto che avrebbe potuto fare la corsa della vita". "In finale si è presentato sui blocchi convinto di poter fare qualcosa di grande e ha fatto una corsa perfetta - ha spiegato ancora Crosa -. In partenza ha concesso qualcosa agli atleti più brevilinei, ma ai 60 metri ha preso il largo con la sua forza elastica nel lanciato, mostrando una tecnica perfetta negli appoggi e mantenendo la velocità massima fino al traguardo". "E' stata una vittoria per ko, conquistata praticamente a braccia alzate", ha aggiunto. Poi qualche considerazione sui margini di crescita di Jacobs e sulla possibilità di puntare il record di Bolt di 9"58. "Non so se quel record si possa battere, magari in una gara senza altri turni di qualifiche... - ha spiegato Crosa -. Bolt però poi avrebbe certamente qualcosa da dire sulle scarpe che si utilizzano oggi...". "Io i tempi non li guardo molto, non sono così importanti - ha proseguito -. Resta la qualità dell'oro conquistato e la giovane età di Marcell che gli consentirà di essere ancora protagonista alle prossime Olimpiadi". 

Quanto invece al trionfo di Tamberi, da espero del salto in alto Crosa ha le idee molto chiare su quello che è successo in pedana e analizza la prova dell'azzurro sottolineando aspetti tecnici e mentali. "Tamberi non ha sbagliato nulla - ha spiegato -. La misura chiave della gara è stata 2.33 e Gimbo l'ha superata al primo tentativo puntando a una medaglia visti anche gli errori degli avversari". "Gianmarco è un grande agonista con una tecnica molto valida - ha continuato -. Le sue qualità non si scoprono adesso. In passato aveva già vinto altri titoli". "A Tokyo poi non c'era il pubblico e questo aspetto potrebbe aver aiutato Tamberi a rimanere in gara al 100% senza sprecare energie nel consueto dialogo molto intenso con i tifosi - ha proseguito Crosa -. A volte il rapporto col pubblico può usurare da un punto di vista nervoso gli atleti". "Tamberi nella sua storia ha superato tanti ostacoli nel recupero dall'infortunio - ha aggiunto -. E l'oro di Tokyo condiviso con un atleta che ha vissuto lo stesso trauma contribuisce a raccontare una storia sportiva straordinaria". 

Infine una battuta sul "passaggio di testimone" con un campione olimpico. "Quando ho centrato il sesto posto in finale nell'alto a Messico '68 avevo 21 anni e per 53 anni è stato il miglior risultato di un italiano ai Giochi in questa disciplina - ha raccontato Crosa -. Essere superato da una medaglia d'oro è il miglior modo per passare il testimone e sposta tutto in un'altra dimensione". 

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