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QATAR 2022

Messi, last dance in Qatar: la Pulce insegue l'ultimo Mondiale

Argentina al debutto contro l'Arabia Saudita: Leo all'ultima recita nel nome di Maradona 

22 Nov 2022 - 09:04
 © Getty Images

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Chissà, forse avrebbe voluto alzare la coppa più bella guardandolo negli occhi. E chissà, forse Diego gli avrebbe riservato un abbraccio grande, da padre a figlio, di Dio in Dio, sancendo il definitivo passaggio di consegne nella storia del pallone. Leo Messi e Diego Armando Maradona, invece, sono di fatto filati sempre via lisci come binari paralleli. Da una parte il migliore di sempre, l'uomo capace di vincere da solo o quasi un Mondiale, quello messicano del 1986. Dall'altra l'erede designato, la Pulce impazzita che ha surfato sull'ultimo ventennio del calcio strapazzando ogni record. In mezzo l'Argentina, un paese gigantesco e caldo capace di crescere i due più grandi fuoriclasse di sempre. Ronaldo permettendo o, per dirla diversamente, nonostante Ronaldo. 

Pronto per l'ultimo ballo in Qatar, Leo Messi è invecchiato insieme a una delle tante fotografie che lo ritrae insieme al suo mito. Diego non c'è più, consumato da una vita esagerata. Leo, invece, deve di nuovo prendersi tutto sulle spalle: l'Argentina e l'ansia soffocante di non poter fallire l'ultimo appuntamento della sua storia calcistica. Perché puoi aver vinto tutto come lui, ma se in bacheca non hai messo la Coppa del Mondo non sarai mai il migliore. E Messi, per certi versi, ha diritto di diventarlo. 

© Getty Images

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Non è questo né il posto adatto né il momento per riaprire un dibattito che non ha una concreta risoluzione. Non è il giorno giusto per chiedersi se il più grande sia stato Maradona o se, in realtà, lo sia Leo. E' il giorno, però, dell'appuntamento con la storia, del primo passo sulla Luna di un Mondiale che Messi può solo vincere. Lui, la sua Argentina, e una squadra così forte che non dovrebbe avere rivali ma che di rivali ne ha eccome. Però è oggi o mai più. O vince questa volta o chiuderà con i Mondiali senza aver mai appoggiato le sue mani sulla coppa più bella. Poi, certo, chissà quali pensieri potrà avere. Lui, il mito di Diego e un libro meraviglioso da timbrare con un lieto fine.  

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