L'arrivo del nuovo allenatore ha trasformato in poco tempo i blancos in un collettivo di alto livello
E' arrivato da poco più di un mese, è partito per gli Usa e ha già trasformato il Real Madrid. Xabi Alonso non è un integralista ma considera il collettivo il modo migliore per poter fare esprimere al meglio le qualità individuali. Nonostante il poco tempo a disposizione, una stagione complicata alle spalle, i problemi di Mbappé e una squadra abituata a un altro calcio, il nuovo allenatore dei blancos è riuscito a trasmettere ai suoi certi concetti che erano nel DNA del suo vero capolavoro: il Bayer Leverkusen.
Raccogliere l'eredità di Carletto Ancelotti non è certo un compito agevole, e non solo per il carisma e l'esperienza di chi ha un palmarès unico nella storia del calcio. A Madrid ha portato in eredità, tra le altre cose, tre Champions League. Basterebbe questo per definire leggendaria la sua epopea nella capitale spagnola. Florentino lo ha ripreso, nel 2021, perché è il perfetto allenatore da Real. Se guidi i blancos devi sapere gestire al meglio dei campioni e metterli nelle condizioni di esprimere un calcio divertente, senza però esagerare con concetti tattici esasperati. E' così dai tempi delle cinque Coppe dei Campioni consecutive della fine degli anni '50, passando per gli anni d'oro dei Santillana e dei Juanito, della "Quinta del Buitre" e del periodo vincente di Del Bosque, Zidane e dello stesso Ancelotti. Il cui figlio, e assistente, ha detto una frase che racchiude al meglio questa filosofia: "Bisogna osservare le connessioni naturali che si vengono a creare tra i vari giocatori e lavorare su quelle". Un manifesto programmatico di un calcio che crea spettacolo sfruttando nel modo migliore le caratteristiche tecniche dei campioni che indossano quella maglia prestigiosa.
Forse è per questo che hanno fallito quegli allenatori che hanno cercato di dare un'organizzazione troppo ferrea a una squadra con una storia di questo tipo. Benito Floro, per esempio, a metà anni '90, dopo essere stato l'artefice di quello che fu chiamato "Queso Mecánico", cioè "Formaggio meccanico", l'Albacete chiamato così perché l'industria casearia è tipica di quella regione e per le caratteristiche, molto marcate dal punto di vista tattico, di quella squadra, fu chiamato al Real proseguendo con quell'idea così forte ma utilizzando giocatori molto più dotati tecnicamente. Ha perso, però, due Liga di fila. In tempi più recenti hanno fallito Luxemburgo, scelto dal dt Sacchi, Benitez e Lopetegui.
La scelta di un allenatore con un'identità di gioco così marcata, insomma, è in netta controtendenza con le logiche madridiste. Nico Kovac, l'allenatore del Borussia Dortmund che ha conosciuto bene il calcio di Xabi per averlo affrontato in Bundesliga, ha dichiarato che questo Real gioca già con le logiche del suo Bayer. Di certo ha comunque stupito il fatto che, in così poco tempo, sia riuscito a dare delle linee di gioco precise all'interno, poi, di una manifestazione tanto complessa dal punto di vista fisico. Ora c'è il Psg, ed è la sfida più impattante per valutare la reale portata di questa rivoluzione in salsa blanca.