Il ct trova gol in panchina e scopre di avere una rosa allungata. Così si corre verso i quarti
La forza del gruppo è la corsa pazza di Federico Chiesa dopo il gol spazza fantasmi. La forza del gruppo è il destro magico di Pessina che cala il sipario su un ottavo divenuto complicato oltre ogni immaginazione. Roberto Mancini sorride e fa bene. Abbraccia sotto il cielo di Wembley l'amico Gianluca Vialli archiviando definitivamente un incubo durato un'eternità e si siede comodo sulla sponda del suo fiume azzurro ad aspettare uno tra Lukaku e Ronaldo. I due big per eccellenza di questo europeo che noi stiamo scalando con la squadra al gran completo. Il bello deve ancora venire e viene a partita in corso, quando è necessario, quando tocca pescare il jolly per sparigliare. Chiesa e Pessina ieri, appunto, ma anche Locatelli, il vice-Verratti, o Acerbi o Belotti o Di Lorenzo.
Se da dietro spingono e ci spingono avanti i segnali sono buoni tutti. E non importa se contro l'Austria, Mancini ci ha messo qualche minuto di troppo. Due cambi, due gol e sotto a chi tocca. Del gruppo, di questo gruppo che sembra fatto di amici veri, si è parlato da subito. Perché - si diceva - si respirava la stessa aria vincente di Germania 2006. Eppure nemmeno quella squadra, individualmente più forte, ha pescato così bene dalla panchina. E' una questione di fiducia totale, di abnegazione alla causa comune, di lavoro, soprattutto, il punto più alto di una nazionale che si è fatta fin dal primo giorno sul gioco e non sull'uomo. La famosa orchestra che esalta i singoli, quali che siano, senza nemmeno un solista, un cantante principale, un grande violino.
Quest'Italia che tira dritto verso i quarti è un pugno chiuso. Pensate a Italia-Galles, per capire: otto, dicasi, otto "rincalzi" che hanno semplicemente replicato il gioco di sempre. E vinto, come sempre. Non si può davvero sapere quale sarà il cammino di questa squadra e fino a dove saranno in grado di arrivare, ma anche in fondo a una partita difficile, a una sofferenza, Mancini ha trovato la sua forza nella panchina, in Locatelli e Chiesa, in Pessina e in Belotti, tutti immediatamente dentro la partita e poi in cima alla partita fino alla vittoria. Così possiamo permetterci il lusso di aspettare Lukaku o Ronaldo senza affanni, pronti a giocarci la nostra complessità da normal team contro i grandi solisti. Tutti contro uno e uno per tutti.