BUON CALCIO A TUTTI

Maldini e il bene del Milan prima di tutto: la "lezione" che Gazidis non ha ancora capito

L'ex Capitano porta avanti il suo lavoro pronto ad accettare tutte le decisioni di Gazidis, ma a una condizione soltanto

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Il Milan vince, batte la Lazio all’Olimpico e la Juve in rimonta, ma non tutte le anime rossonere viaggiano in sintonia sulla stessa lunghezza d’onda e d’entusiasmo. L’attuale gruppo di lavoro si sente gratificato dai risultati che arrivano a cascata dopo il lockdown. Chi, invece, da novembre ha pianificato il futuro si limita ai complimenti di circostanza nei confronti di Pioli, di Maldini, di Massara. Facendolo quasi controvoglia.

Ivan Gazidis avverte quanto il mondo-Milan sia infastidito dalle voci su Rangnick divenute certezze. E quanto invece si stia affezionando a questa squadra capace di ribaltare una stagione iniziata col freno a mano. Chi può dirlo, ma magari qualche sconfitta (non troppe perché il settimo posto Europa League rimane un inderogabile obiettivo), Ivan potrebbe persino augurarsela: sarebbe l’ideale per legittimare in toto quelle decisioni già prese ma che solo al termine della stagione renderà di dominio pubblico.

Ma oggi le cose vanno bene (o male…) e non può chiudere gli occhi di fronte a tutto ciò che è davanti agli occhi di tutti. Che Pioli, per esempio, beneficiando dell’arrivo del carismatico Ibra, faccia funzionare la squadra come un orologio atomico. Semplicemente perché ha avuto la possibilità di effettuare, durante il lockdown, la preparazione a modo suo. Ed oggi non è più quindi un subentrato, ma un allenatore a pieno titolo.

Che l’attuale staff dirigenziale, diretto da Paolo Maldini, abbia sistemato parte dei conti nonostante l’ostruzionismo dell’enclave straniera regnante a casa Milan. Nella doppia finestra di mercato estate-inverno ha chiuso con un magrissimo deficit di meno 10 milioni, rispettando appieno le richieste economiche della proprietà e migliorando al contempo la squadra con gli ultimi innesti a costo zero (di cartellino) di Ibrahimovic, Kjaer e Saelemaekers dopo averla rafforzata con operazioni futuribilmente vantaggiose: Theo Hernandez costato 20 milioni e Ismael Bennacer ;pagato 16 milioni sono i principali esempi. Il monte-ingaggi è stato ridotto da 128 milioni a 110 e nella prossima stagione sarà ulteriormente abbassato. E la squadra sarà per età media la più giovane del campionato.

Ivan Gazidis, per ora, ha deciso di far credere di non decidere. I conti e gli addii arriveranno a fine stagione. Rangnick sarà allenatore e direttore tecnico, quindi vorrà fare da solo ciò che oggi fanno Pioli e Maldini. Se per Pioli il futuro è irrimediabilmente segnato (ma il “Professore” dovrà essergli grato per ciò che gli lascerà in eredità), Paolo Maldini rimane tra coloro che sono sospesi.

Sebbene si renda conto quanto possa essere impopolare per Gazidis la decisione di estrometterlo dalla società, Maldini non ha la fregola di sapere fin da ora quel che sarà. Va avanti nel suo progetto, porta avanti le sue idee, aspettando il momento del giudizio. E sarà proprio il “giudizio” a farlo decidere: accetterà sia il licenziamento (“fa parte del mestiere”) o la conferma in un ruolo congeniale al suo prestigio, ma a una sola condizione. Che gli venga riconosciuta la professionalità e la bontà del lavoro svolto

BRUNO LONGHI @brunolonghi7

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