L’ex ristoratore cinese che vuole comprare Gareth Bale

Ecco chi è Lin Lefeng, dg di Dalian

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I suoi involtini primavera erano la fine del mondo, poi è passato dall’altra parte del mondo, agli antipodi, per dispensare pallone al posto delle ricette. Lin Lefeng, 65 anni, è un Marco Polo alla rovescia, il canone inverso dell’esploratore. L’Italia, Vercelli per l’esattezza, l’ha scoperta dopo un viaggio-studi a Torino ai tempi dei mondiali del 1990. «E’ stato amore a prima vista. Rimasi colpito dalla cordialità delle persone». Da qui l’idea, da buon cinese, di aprire un ristorante di cucina tradizionale, a fianco del teatro, nel cuore pulsante della città.

La sua “Cina” andava davvero forte, un po’ come l’antica carriera da calciatore, immortalata da alcune gigantografie suggestive, come quella in cui, da gendarme della difesa, sfidava un vetusto Pelè con la maglia dei Cosmos. Lefeng ha vissuto in Italia per sette anni, è riuscito persino a insegnare pallone ai ragazzini di alcune scuole calcio locali, retaggio delle sue 59 presenze (e 3 gol) nella nazionale di calcio della Cina. Poi è tornato alle origini, a casa, in una Cina che a colpi di pil diventava una tigre tutt’altro che di carta o di cartone. Il calcio, sport che a quelle latitudini doveva pagare dazio al baseball, stava cominciando a fare proseliti. Nella patria del comunismo più integralista una religione da design che perpetrasse una qualche speranza laica doveva pur apparire all’orizzonte.

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