La folle corsa di Manuel Lazzari

Da scarto del Vicenza a elemento chiave della Lazio

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L’unico numero di maglia che la Lazio abbia mai ritirato è il 12. Era l’anno 2002-2003 e i biancocelesti non navigavano in buone acque societarie. La spinta, in quei momenti incerti, la davano i tifosi, che Ugo Longo, il presidente dell’epoca dopo la rinuncia di Sergio Cragnotti, omaggiò appunto con il ritiro della maglia, perché loro sì che erano il dodicesimo uomo in campo.

E, lo scorso 15 febbraio, in un Olimpico semideserto, nel primo derby dell’era Covid, qualcuno doveva pur compensare la mancanza di cori, grida, incitamenti, bandieroni al vento, coreografie che accompagnano ogni partita e la stracittadina in primis. Qualcuno doveva prendersi la responsabilità di essere l’uomo in più.

A prendersi l’incombenza è stato Manuel Lazzari, motorino instancabile di una Lazio che ha dominato una Roma probabilmente mai scesa in campo, e ha giocato per due. L’ha fatto con la velocità, 33.99 km/h il picco raggiunto dell’esterno veneto. E la corsa, tanta corsa, i dribbling, e gli assist.

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