Ilicic, l'onnipotente

Nell'Atalanta post-Gomez è emerso con prepotenza lo sloveno

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Da quando Gasperini ha smesso definitivamente di schierare il Papu Gomez, l’Atalanta ha affrontato in campionato quattro squadre di alta classifica: il Sassuolo, la Roma, il Milan e la Lazio. Prima della sconfitta con i biancocelesti, la Dea aveva conquistato tre tre vittorie di fila (con ben 12 gol fatti e solo 2 subiti), mostrando a tratti la miglior versione del calcio di Gasperini. Il fatto che questo sia avvenuto senza il Papu da un lato ha ribadito quanto quella nerazzurra sia una squadra forte e matura, con principi di gioco consolidati, dall’altro ha certificato l’importanza di Josip Ilicic nella nuova Atalanta. In quei tre scontri diretti, lo sloveno ha letteralmente dominato il gioco, influenzando in maniera decisiva l’alta produzione offensiva dei suoi compagni.

Con un ulteriore step di rendimento, Ilicic sta sopperendo all’inesauribile vena creativa del Papu, come quel genitore che, rimasto solo, dev’essere sia madre che padre, e lo sta facendo in maniera perfetta. Nella vittoria sul campo del Milan primo in classifica, il numero 72 ha gestito i tempi della partita, partendo largo a destra e accentrandosi, tenendo palla o scatenando la furia verticale dei suoi compagni, a seconda del momento; al novantesimo, ha messo insieme 3 passaggi chiave, 3 dribbling, 5 falli subiti e 1 gol. La sua tecnica in conduzione, la sua classe nel trovare linee di passaggio quasi invisibili, il suo tocco morbido e la sua andatura felpata si integrano alla perfezione con il gioco intenso, aggressivo e ipercinetico della Dea, sublimandolo.

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