Dimenticate gli eccessi di Gazza e Barton. Ora la Premier coltiva calciatori impegnati
Forse è presto per parlare di una nuova maturità delle star della Premier, quel che è certo è che il testimone del bad boy, passato agevolmente nel corso degli anni dai piedi di Paul Gascoigne a quelli di Joey Barton, attraverso gli eccessi smussati nel tempo da Wayne Rooney, sembra proprio aver smarrito l’ultimo tedoforo. Contribuendo ancor più a smacchiare l’etichetta del giocatore tutto birra e auto sportive, alimentata dalle carriere al limite impersonificate da icone del football britannico come Tony Adams e Paul Merson.
E se Phil Foden, che Pep Guardiola ha definito, in maniera chissà quanto convinta, il più fulgido talento da lui allenato, si è concesso una scappatella di troppo durante la quarantena, Jadon Sancho, al quale sta ormai stretta l’etichetta di next big thing del calcio britannico, ha rimediato allo scivolone del protocollo violato per farsi tagliare i capelli mostrando per primo in mondovisione, in uno stadio europeo, una t-shirt a sostegno del movimento Black Lives Matter nella richiesta di giustizia per l’uccisione di George Floyd.