Tra il dire e il Tare

Dopo Maldini, Giampaolo e Boban c'è da colmare il tassello forse più importante: il direttore sportivo

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Il Milan è del segno del Sagittario e gli oroscopi non dovevano essere poi così male in questi primi giorni di vera estate. Maldini che accetta di essere la pietra portante dell'ennesima ricostruzione, Marco Giampaolo che dice di sì, il ritorno da “politico" di Zorro Boban a ricomporre la degregoriana e fenomenale leva calcistica della classe 1968 insieme a Paolo e infine, da prendere per ora come segnale positivo, pure la non-decisione dell'Uefa sul prossimo destino europeo rossonero. In milanese, se uno ci pensa, Tas significa taci: detto e fatto.

Una prima serie di mosse tutte importantissime, a cui tuttavia manca un tassello fondamentale, forse il più urgente nell'immediato: quello con il nome del direttore sportivo. Maldini ha già fatto capire di avere idee chiare e assai condivisibili indicando la necessità di avere una figura altamente competente ed esperta al suo fianco e soprattutto un nome, quello di Igli Tare, l'ex armadione albanese con cui tante volte il capitano ha incrociato i gomiti in area diventato uno di quei diesse con una parola virtualmente scritta sulla fronte, “plusvalenza”.

È inutile raccontarsela, è la parola d'ordine dell'estate rossonera e pure del futuro. C'è da vendere, non tanto – forse -, ma bene; c'è da comprare, per l'oggi, ma con l'occhio al futuro; ci sono da sfruttare le eventuali occasioni che il mercato, specie un mercato così pletorico, fa spuntare all'improvviso, e che possono venire colte solo da chi il mercato e i suoi attori ben conosce. E infine, last but not least, bisogna avere una rete di occhi in giro per il mondo che ti danno la dritta giusta o i tuoi di ex calciatore di livello, che ti garantiscono il primo snodo tra buoni e meno buoni.

Tare ha tutti questi requisiti, a cui può sovrapporne un altro mica da ridere, vale a dire quello di avere avuto a che fare per anni con Claudio Lotito avendogli portato al tavolo sia il risultato economico che quello sportivo. Mica semplice, oh. Vediamo se il presidente più presente e influente del pallone italico lascerà via libera al principale affluente del conto in banca laziale. Sarebbe davvero l'innesto più decisivo dell'estate, persino più dell'allenatore, per un club la cui prima e urgente missione è monetizzare, per costruirsi un patrimonio su cui operare bene (tradotto: scelte mirate e non scarti altrui) e lanciare pure un segnale forte a Nyon. Cedere Donnarumma a tanti milioni può essere facile - tra mille virgolette - anche per un dirigente inesperto, molto meno mollare nella maniera più redditizia altri non più così centrali per il Milan che verrà.

Vendere è più difficile, lo può confermare qualsiasi diesse: per questo, dovesse sfumare l'opzione Tare, Maldini deve azionare dei piani B in tempi brevi, e siamo ragionevolmente sicuri che questi esistono. Paolo non parla a sproposito: vuole quella figura nella parte alta della piramide, e deve essere una figura alta, qualificata, riconoscibile. Magari, tra il dire e il Tare arriverà qualcun altro, e la fiducia sulla scelta del numero 3 è totale, non rimarrà un pericoloso posto vacante. Ai tempi suoi, c'era tale Ariedo Braida, il cui vuoto non è stato mai riempito. Rimaniamo in serena attesa, e confidiamo che gli oroscopi del Sagittario continuino a soffiare giornate positive.

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