OGGI CON BALZANO PROTA

Il razzismo va combattuto, non minimizzato: tutti con #Kessie

Al Bentegodi gli ululati vengono spacciati per "decibel assordanti del tifo" da parte dello stesso Verona. Le istituzioni dove sono?

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Avrei dovuto scrivere il solito fiume di pensieri sul campo o sulle idee di Giampaolo, su moduli e sistemi di gioco. Magari un'editoriale sulla brutta prestazione di Verona, sulla confusione tattica che aleggia sui rossoneri, su mister Giampaolo o sulle stupidaggini social di qualche giocatore post partita. Avrei potuto parlare del Derby, della prima perdita di certezze dell'Inter che se affrontata con coraggio e con attenzione tattica può andare in difficoltà (vedi Slavia Praga..) o ancora di Piatek, dei nuovi che non stan giocando, delle parole di Boban su Donnarumma a triplo effetto (incoronazione - spalle al muro in vista rinnovo - monito a tutti gli altri) e via dicendo.

La verità è che avrei tanto voluto farlo, invece a volta bisogna fermarsi. E' necessario farlo per davvero. Due calci ad un pallone vengono meno, quando tutto diventa un pretesto per l'ennesima figura meschina degli ululati razzisti al Bentegodi nei confronti di Franck Kessie. Quegli ululati beceri che tutti han sentito ma che nessuno ha voluto ascoltare, che per l'account ufficiale del Verona Calcio su twitter erano solo "fischi, inevitabili, per decisioni arbitrali che lasciano ancora oggi molto perplessi e poi tanti applausi, ai "gladiatori" a fine gara". Certo, ma quali "buuu" a Kessie, per l'Hellas è semplicemente che "qualcuno è rimasto frastornato dai decibel del tifo gialloblù". FRASTORNATO, esatto. Così mi sento, nel 2020, a dover scrivere un editoriale di questo tipo, ma lo faccio. Perchè seppur - come scritto in apertura - avrei voluto condividere una valanga di pensieri tecnico tattici con i lettori, ritengo che di fronte a certe vigliaccate vergognose sia obbligatorio e necessario fermarsi. Non possiamo voltarci dall'altra parte. Non è accettabile che il razzismo venga spacciato per semplice "tifo contro". Non è comprensibile che una società minimizzi, al posto di condannare.

Non si può semplicemente far finta che non sia successo nulla, come da referto dell'arbitro Manganiello, dove non c'è traccia alcuna di ciò che è successo sugli spalti. Tutti hanno sentito, nessuno ha voluto ascoltare. Nemmeno chi è preposto a questo compito, nemmeno l'arbitro, nemmeno le istituzioni. Le stesse istituzioni che a suo tempo non esitarono commentare con sdegno la stupidata dello stessi Kessie con Bakayoko nel post Milan Lazio, con la maglia di Acerbi, fatto che io in primis - anche su queste pagine - non esitai a condannare. Fu una gogna mediatica che stride con il rumoroso silenzio di questi giorni. Ed è brutto dover arrivare ancora una volta ad osservare le maglie che si hanno addosso, perchè per quanto mi riguarda (e credo riguardi tutte le persone per bene) oggi #SiamoconKessie, ieri #EravamoconLukaku e domani speriamo di non dover ricorrere nuovamente a poco utili hashtag per dire che un pò ci vergognamo e chiedere scusa a chi - ancora nel 2020 - subisce ancora stupidi, ignoranti, beceri, vergognosi cori razzisti. O forse ci racconteranno ancora che è solo tifo contro, con il complice e assordante silenzio delle istituzioni? Fermiamoci a riflettere.

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