CUORE TIFOSO

Cuore tifoso Inter: piccoli passi

A due giornate dal termine del campionato l'Inter è seconda in classifica e probabilmente si giocherà il secondo posto con l'Atalanta ma va già programmata la nuova stagione

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L’Inter ha battuto il Genoa praticando un gioco amministrativo, speculando sulla propria forza tecnica e fisica, oltre che sulla debolezza dell’avversario. La squadra di Conte ha fatto la partita che doveva fare e, dopo aver trovato il gol, ha impiegato fin troppo tempo a cercare e trovare il raddoppio. Lo ha fatto grazie a Moses, uno dei pochi che sa saltare l’uomo nell’Inter legata al modulo, corsa e pressing, più che al talento e alla giocata individuale. La squadra nella seconda parte della stagione ha più facilmente giocato meglio i primi tempi ed è calata vistosamente nei secondi, mostrando di non avere scelte alternative, nonostante i cinque cambi dalla panchina.

Conte è rimasto fedele al suo modulo a tre, più per paura di cambiare che per incapacità di stendere sul campo una formulazione della squadra differente. Il paradosso è che così l’Inter è più scontata ma anche più efficace, più banale ma anche più logica. Il fatto è che se con Brescia, Spal e Genoa, tre delle ultime in classifica, l’Inter alla fine la spunta gratificandosi con autentiche goleade, in altre occasioni la squadra si inceppa per mancanza di lucidità e una maggiore robustezza dell’avversario, faticando più del lecito per vincere partite comunque dominate. La squadra quest’anno ha fatto un leggero progresso rispetto all’anno prima ma ci si aspettava di più, specie in Champions. Le giustificazioni non mancano se si pensa che l’Inter ha dovuto fare quasi tutta la stagione senza mezzo centrocampo titolare. Curioso che l’opinione pubblica non lo abbia mai rimarcato, come se questa fosse più una scusa invece che una spiegazione.

E’ un fatto che nei confronti della società siano piovuti attacchi ambigui che hanno preso di mira anche Marotta, prima per la grana calendari, la cui stesura ambigua era stata fatta notare dall’AD nerazzurro, chiedendo di riformulare almeno gli orari e per questo è stato tacciato di vittimismo, senza riuscire ad ottenere nulla, nemmeno per la coppa Italia, poi sono arrivate voci prive di consistenza riguardo il suo addio dall’Inter, smentite nettamente eppure rimaste appese. Quella che appare distonica è invece la comunicazione di Antonio Conte, che quando ha qualcosa da dire lo fa più contro la società che verso l’esterno. Ieri ha chiesto di risolvere la grana Sanchez, come se l’intendimento del club non fosse sufficiente, prima si era lamentato dei calendari e in diverse fasi della stagione ha parlato più con cognizione di sfogo, lamentando alcune mancanze societarie, che come uomo organico dell’Inter.

Se tra Marotta e Conte c’è la stima che è stata più volte confermata, non si capisce perché il tecnico, in parecchie conferenze stampa, debba chiedere qualcosa che potrebbe riferire privatamente alla dirigenza, senza lamentarlo davanti alla stampa. In ultimo si parla di Getafe da battere ed Europa League da vincere, ma considerando che la prossima stagione partirà già tra poco più di un mese e mezzo, quanto ha senso tentare di andare avanti il più a lungo possibile nel torneo europeo, sottraendo il tempo necessario per il riposo dei giocatori, logorati come è già evidente e togliendo spazio alla preparazione? L’Inter deve sempre cercare di vincere, soprattutto ora che sta tornando a lottare ad armi pari con la Juventus, ma deve anche considerare la stranezza di questo periodo e considerare tutti i fattori. Se ha intenzione di tentare il successo europeo, forse Conte dovrà rinunciare a giocare le prossime due partite con la formazione migliore e fare un turn over spinto con l’Atalanta, specie considerando che, come ha detto lo stesso allenatore, il secondo posto non gli interessa troppo.

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