OGGI CON BORZILLO

Cuore tifoso Inter: faccia a faccia

Domani c'è il derby. La partita. Da vincere, per rasserenare l'ambiente

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Antefatto: si racconta che, dopo la partita con lo Slavia Praga, nello spogliatoio nerazzurro Lukaku abbia chiesto ai compagni un maggior apporto offensivo, movimenti più vicini ai dettami tecnici desiderati da Conte e, per tutta risposta, Brozovic sia andato a muso duro dal belga – sottolineerei il coraggio di Marcelo, che Lukaku tanto piccolino non sembra – avendo recepito lo sfogo del centravanti nerazzurro come un attacco diretto alla sua persona. Quattro vaffa, un paio di parolacce, i compagni si son messi in mezzo e tutto è finito così, tra tarallucci e vino.

Apriti cielo.
Terrore serpeggiante tra la tifoseria, ci risiamo, spogliatoio polveriera. Beh, vorrei provare a fare un po’ d’ordine. Che sia volata qualche parolina tra i due non è un mistero ma posso asserire, senza timore di smentita, che paroline del genere circolano negli spogliatoi di squadre appartenenti a qualunque sport. La favola del ci vogliamo tutti bene, mangiamo i biscottini e beviamo il lattuccio, fa parte dell’immaginario. Il problema, perlomeno dal mio punto di vista, non è se due calciatori litigano. Da che mondo è mondo anzi, da che calcio è calcio, si litiga. Il problema è che la storia sia uscita da quelle quattro mura, sacre, che sono un confessionale dal quale nulla, e sottolineo nulla, deve trapelare. Ecco perché, spero, l’Inter deve – non dovrebbe ma deve – cercare di capire chi ama chiacchierare un pochino troppo e multarlo pesantemente affinché, memore di quanto accaduto, il personaggio dalla bocca larga eviti in un futuro prossimo o meno, di venir improvvisamente colto dalla voglia di suggerire all’orecchio di amici quanto accaduto nello spogliatoio. 


L’ambiente nerazzurro, tornando a parlare di calcio e non di guerre intestine inesistenti, non ha accolto con enfasi e salmi di gioia la prestazione incolore di Champions League. Conte si è auto accusato, la squadra l’ha messa in campo lui e certe scelte sono state perlomeno discutibili ma ha tenuto, a porte chiuse, un bel discorsetto ai giocatori. Perché sì, l’allenatore sbaglia e può sbagliare, poi però in campo ci vanno i calciatori; e vedere tante belle statuine non ha fatto piacere né al tecnico salentino né, di certo, alla proprietà. La faccia di Zhang Senior durante la partita era, di per lei, tutto un programma, considerando il fatto non secondario che il proprietario nerazzurro aveva invitato, per l’occasione, possibili investitori amici suoi. 


Serrare le fila, la strada è lunga, lunghissima. Il derby alle porte. La miglior occasione per farsi perdonare il mezzo passo falso in Champions.
 

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