Tranne gli africani, che però contano meno di zero
“Il vero problema è che le dichiarazioni di Jürgen Klopp rispecchiano alla perfezione il pensiero di tantissimi allenatori europei. La Coppa d’Africa, a dispetto delle loro idee, però, rimane una festa per tutto il Continente, dentro e fuori dal rettangolo di gioco”. Aliou Cissé, tecnico della nazionale senegalese, ha alzato ulteriormente il livello dello scontro nell’accesa diatriba politico-sportivo delle ultime settimane, rispondendo, in maniera veemente, alle polemiche connesse all’ormai prossima CAN (Coupe d’Afrique des Nations).
Così, a meno di un mese da quella che dovrebbe essere l’edizione numero 33 della massima competizione continentale africana, sono ancora le questioni di carattere extracalcistico a dominare le prime pagine dei media sportivi internazionali. La Coppa d’Africa rimane, per la maggior parte dei principali club europei, solo uno spiacevole inconveniente con il quale bisogna, malvolentieri, fare i conti ogni due anni. Le evidenti carenze organizzative dei vertici della CAF (Confédération Africaine de Football) e gli eclatanti ritardi manifestati dal governo di Yaoundé complicano ulteriormente, se possibile, l’avvicinamento alla competizione.