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Marat Safin non è uno di noi

L'uomo che visse una vita mille volte

03 Gen 2021 - 08:57

Ci sono, nelle carriere dei tennisti, avversari, campi, tornei, che sono maledetti o benevoli; che evidenziano le lacune o, al contrario, esaltano le bravure. Ci sono quindi situazioni che mutano la realtà, o meglio la sospendono. Nel mondo forse, ma nel tennis sicuramente, esiste un dio con un senso dell’ironia non banale che, appunto, interrompe il flusso noioso degli eventi e lo impreziosisce con un lampo divino. Marat Safin non ha nulla di terreno e, nel corso della sua carriera, la mano di dio si è posata due volte sulla sua testa.

Due occasioni importantissime per chi vuole ritagliarsi un posto nell’Olimpo degli dèi del tennis: in Australia, a Melbourne, e in America, a New York, città dove si svolgono i due tornei più importanti del pianeta sulla superficie veloce, il cemento

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