Logo SportMediaset
In evidenza

Seguici anche su

La Spagna che non tifa Spagna

La Roja non unisce tutto il Paese

06 Lug 2021 - 07:56

Cominciano gli inni sul rettangolo verde, quello spagnolo suona marziale peró monco, nessuno canta; non perché i calciatori non conoscano le parole, come accadeva anni fa in Italia, o perché ci siano molti che non le sentano proprie, come succede nel caso del Belgio o della Svizzera. Non cantano perché di parole proprio non ce ne sono. È uno degli inni più antichi di Europa e di parole ne ha avute durante i secoli, venivano cambiate dai differenti re che si succedevano sulla corona di Spagna; anche il caudillo, Francisco Franco, ne volle una sua versione. Dopo la fine della dittatura si scelse di far suonare solo la musica ma non ci si è mai messi d’accordo sulle parole. E pensare che nel mondo solo altre due nazioni hanno un inno senza testo: San Marino e Bosnia Erzegovina, non grandi esempi di identità nazionale.

Una storia molto raccontata in Spagna sostiene che la nazionale di Aragones e poi di Del Bosque – quella capace di vincere due Europei e un Mondiale fra il 2008 e il 2012 – unì la nazione e aiutò a lenire le ferite provocate dalla crisi economica, che in quegli anni investì il paese provocando un aumento della disoccupazione e una durissima recessione dopo anni di progresso economico. Peccato che questa narrazione confortante, che vede una Nazione unita attorno alle vittorie della Roja – solo da noi chiamate “furie rosse” per chissà quale arcano motivo – e ai successi di Rafa Nadal, risulta abbastanza superficiale, di comodo.

Commenti (0)

Disclaimer
Inizia la discussione
0/300 caratteri