La dura vita delle neopromosse italiane

Neanche salgono in Serie A, e già sono con un piede in Serie B

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Carpi e Frosinone in Serie A? Non scherziamo. I denari prima di tutto. Davanti alla possibile promozione di due debuttanti assolute, Claudio Lotito non nascose il proprio scetticismo. Nel 2015 il presidente della Lazio, membro del consiglio federale e tra i dominus del calcio italiano, era stato pizzicato in un’intercettazione telefonica in cui lamentava lo scarso interesse economico che avrebbero attirato le due matricole, specie nell’ottica della vendita dei diritti televisivi:

“Chi cazzo li compra i diritti? Non sanno manco che esiste, Frosinone”. Le parole mordaci di Lotito finirono nella centrifuga dell’opinione pubblica che condannò la forte presa di posizione del numero uno laziale ma si interrogò sulla competitività delle neopromosse in Serie A.

Il campionato appena terminato ha confermato il difficile rapporto tra le neopromosse e la massima serie. Nelle ultime stagioni sono 9 le squadre retrocesse al primo anno di Serie A: le famigerate Carpi e Frosinone (2016), Pescara (2017), Verona e Benevento (2018), Frosinone ed Empoli (2019) e Lecce e Brescia (2020). Da tre anni retrocedono due delle tre neopromosse. E ancora: il 60% delle matricole viene risucchiato dal vortice della B (9 su 15). Significa che una neopromossa ha soltanto il 40% di possibilità di salvarsi.

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