Il Monza è lo specchio di Berlusconi e Galliani

La Serie A non è più una chimera

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Centro sportivo Monzello, dicembre 2019. Rivolgendosi ai propri tifosi, già bendisposti per i risultati della squadra sul campo, Berlusconi esclama con giovialità: «Galliani non scopa più. Io fino a poco tempo fa lo facevo sei volte al giorno, ma adesso…». Insieme ad Adriano, Silvio è alla ricerca di un (erotico) sogno impossibile: portare il Monza in Serie A. Per trasformare l’onirico in reale, l’ex presidente rossonero non poteva che affidarsi al compagno di una vita, collaboratore di fiducia e amico di vecchia data. Galliani è come l’ombra di Berlusconi. Dove si muove il Cavaliere, lì c’è anche il suo braccio destro. Certo, molta è la distanza, e non solo di qualche lettera e chilometro, tra Monzello e Milanello. Il confronto è ingeneroso, ma occorre comunque chiedersi, dato lo spessore delle due figure: davvero Berlusconi e Galliani sono ancora disposti a ballare? Occorre qui subito una precisazione. Di fatto, il presidente del Monza è Berlusconi Paolo, non Silvio suo fratello (proprietario del club tramite Fininvest). Cambia poco. Come ai bei tempi del Milan, difatti, il Cavaliere fa sentire la propria voce a società e giocatori, allo staff come all’allenatore (Cristian Brocchi, non a caso un altro baluardo rossonero): «L’innamoramento per una squadra che senti tua, e lo è, non può essere che totale. Con i ragazzi e l’allenatore faccio quello che ho sempre fatto al Milan. Li sento, do loro dei consigli, li stimolo, mi complimento con loro per le prestazioni sul campo, mi spingo a fare delle osservazioni se c’è nel loro comportamento qualcosa che non va. Insomma, non ho perso le mie buone abitudini di sempre».  

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