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Call of Duty: Modern Warfare III, la recensione

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Modern Warfare III è, a suo modo, un titolo storico visto che festeggia i 20 anni di Call of Duty: il prestigioso compleanno dell'iconica serie sparatutto di Activision forse non mostrerà tutta l'originalità di questo mondo ma resta un punto di riferimento assoluto per il genere. Cercando di andare oltre una diffusa prevenzione che si è spinta fin troppo in là e in gran parte derivata dalla scelta di voler inizialmente proporlo come DLC di Modern Warfare II per poi invece rilasciarlo come titolo a sé stante, e mettendo sul piatto della bilancia sia la campagna con pochi guizzi sia il multiplayer di assoluto livello, ci si ritrova comunque subito a casa.

La campagna in single player soffre sostanzialmente di due problemi su tutti, una scarsa longevità (siamo attorno alle quattro ore di gioco) e una costruzione di scenari di gioco non all'altezza di CoD, ma non per questo non è apprezzabile. La scelta di poter giocare alcune missioni (sono 14 in totale) in modo più libero, optando per una tattica stealth oppure lasciandosi andare senza freni armi in mano, non funziona sempre al meglio delle sue possibilità perché gli scenari non sono sufficientemente movimentati e talvolta quasi scollegati dalla trama principale. A volte diventa difficile capire il vero obiettivo della missione anche se non mancano momenti da bocca aperta, soprattutto nelle missioni più classiche, quelle che uniscono all'azione un po' dello spirito cinematografico che da sempre fa la fortuna di questa serie.

Call of Duty: Modern Warfare III, la recensione - foto 1
© ufficio-stampa

Il contesto, anticipato da Warzone, è quello di una guerra tra Occidente e Oriente con la fuga del nemico di turno, il russo Vladimir Makarov, dalla prigione di Verdansk e con la Task Force 141 comandata dal capitano Price a cercare di fermarlo dal sogno di scatenare la terza guerra mondiale. Le meccaniche di gioco sono quelle ampiamente conosciute mentre i collaudati gunplay, audio e motore grafico IW 9.0 ci portano alla fine della campagna senza il classico sorrisone di stupore ma neppure a secco di emozioni. Il finale aperto ci lascia comunque speranzosi per le prossime declinazioni.

Praticamente nulla da dire, invece, sul multiplayer che poi è sostanzialmente la vera ragione d'essere di CoD. La spruzzata di nostalgia arriva dall'ammodernamento grafico, realizzato con grande cura dal team Sledgehammer, delle mappe di Modern Warfare II del 2009; così i fan più incalliti della serie riassaporeranno vecchie emozioni guardando le varie Rust, Terminal e Highrise al passo coi tempi, anche perché sono state risolte un po' di magagne segnalate nel precedente capitolo. Innanzitutto il time to kill è aumentato in modo da avere più tempo per reagire al nemico, poi l'attivazione dei perk non è più legata alla progressione del tempo e in più le meccaniche di gioco sono migliorate, tre piccole grandi modifiche che però fanno tutta la differenza di questo mondo.

Call of Duty: Modern Warfare III, la recensione - foto 2
© ufficio-stampa

Per quanto riguarda le modalità ritroviamo Guerra (due fazioni in gara a obiettivi, sulla scia di WW2), Guerra Terrestre, Invasione (entrambe un po' confusionarie, per spazi di mappa e sin troppe variabili come veicoli e cecchini), Tagliagole (tre squadre da tre giocatori si scontrano tra loro per la bandiera) e Zombi. Quest'ultima, in co-op, permette a un massimo di 24 giocatori (otto squadre da tre) di sfidarsi nel fittizio Urzikstan per completare contratti e quindi potenziarsi, le difficoltà sono massime visto che bisogna destreggiarsi tra zombi, ovviamente, ma anche boss comandati dall'AI. Una modalità open world però a tempo, visto che la partita deve durare al massimo 40 minuti, e che probabilmente è la più divertente di tutte anche perché vede aumentare progressivamente la difficoltà man mano che ci si avvicina al centro della mappa.

Call of Duty: Modern Warfare III, la recensione - foto 3
© ufficio-stampa

Insomma, a ben vedere chi storce il naso lo fa più che altro conoscendo il background della nascita di Call of Duty: Warfare III perché poi, tralasciando i punti deboli della campagna, in multiplayer le ore di divertimento sono garantite, il mix tra novità e cose già viste (magari in titoli diversi) funziona. Certo, è chiaro che in futuro Activision ci si attende un'ulteriore accelerazione ma i fan di CoD stiano tranquilli, di ciccia ce n'è. Per conferma, chiedere a Giorgione che in una inusuale quanto divertente collaborazione per il lancio del titolo ha cucinato la sua personalissima versione del 'pacco da su' per il capitano Price...

 

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