"Penso di essere nella lista dei migliori attaccanti. Mi piacciono le provocazioni, so come affrontarle"
Dal ritiro del Belgio a Tubize, Romelu Lukaku ha parlato della sfida con Cristiano Ronaldo non solo a Euro 2020, ma anche in Serie A. "Lui ha vinto il titolo di capocannoniere, ma noi abbiamo vinto il campionato - ha dichiarato il bomber -. A Cristiano invidio il dribbling e il tiro. Al contrario penso che lui invidi un po' la mia forza e la mia mira, e il nostro gioco di squadra".
"Quando i critici si riferivano a Lewandowski e Benzema, parlavano sempre di attaccanti di ‘livello mondiale’, mentre io venivo descritto come un buon centravanti - ha proseguito Lukaku -. Questa è stata una motivazione in più per lavorare e migliorare".
“Ho bisogno di incentivi per tirare fuori il meglio di me. Ho bisogno di competizione - ha spiegato l'attaccante dell'Inter -. Se qualcuno dice che Tizio o Caio è più bravo di me, io mi allenerò più duramente". "Non voglio paragonarmi a Michael Jordan , ma questo spirito l’ho notato anche in lui - ha aggiunto -. Quando ho visto ‘The last dance’, ho pensato: ‘Wow, non sono solo’". "Volevo vincere e lo scudetto con l’Inter ha moltiplicato le mie motivazioni - ha proseguito -. Adesso voglio vincere con il Belgio per migliorare ancora.”
“Ho imparato a tirare i rigori, a non pensare troppo e a non farmi distrarre dal portiere: devi essere concentrato e colpire bene la palla, stop - ha continuato Lukaku parlando poi della sfida col Portogallo -. Ma non credo che domani ci saranno i rigori. Speriamo di vincere prima". "Siamo più maturi rispetto al Mondiale del 2018, quando venimmo eliminati in semifinale dalla Francia - ha continuato -. Nel 2018 eravamo toppo romantici. Abbiamo imparato che una partita si può vincere in molti modi".
"Per diventare campioni bisogna saper soffrire e nella sofferenza è incluso il fatto di dover stare lontani per tanti giorni dalle proprie famiglie - ha proseguito il bomber del Belgio -. Domenica giocheremo contro i campioni in carica. I portoghesi hanno qualità individuali e collettive, sono molto fieri del proprio Paese, ma faremo di tutto per qualificarci”.