La partita da Europa League, in questa Europa League che apre i battenti oggi, probabilmente c’è già stata. Il preliminare Rio Ave-Milan, con l’incredibile epilogo dei rigori a oltranza, ha concentrato in poco più di due ore di Epica Etica Etnica Pathos – per dirla con i CCCP, il cui trentennale del loro ultimo album è caduto proprio qualche settimana fa – l’essenza di una competizione dal casting meno lussuoso rispetto a quello della Champions, ma infinitamente più variegato. Quattrotretre ha scelto sei storie per introdurre l’edizione 2020-21.
Si potrebbe applicare anche il calcio la nota frase del compianto Alberto Arbasino: “[…] c’è un momento stregato in cui si passa dalla categoria di brillante promessa a quella di solito stronzo. Soltanto a pochi fortunati l’età concede poi di accedere alla dignità di venerato maestro”. Comprimendo l’arco temporale, la sostanza non cambia nemmeno per i calciatori. A 23 anni nessuno è più una brillante promessa, quantomeno fuori dal calcio italiano (chi si ricorda Luca Antonini giovane a 27?), ma la strada che porta allo status di venerato maestro è ancora lunghissima. Nel mezzo, un magma di promesse mancate, normalizzazione su standard medio-alti, oneste carriere e, in alcuni casi, anche di stronzaggine che non trova corrispondenza con quanto mostrato in campo.
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