L’Italia ha spinto l’Uruguay sul tetto del mondo

Fondamentale contributo tecnico e organizzativo degli italiani

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Prima di Parigi, nel 1938, prima ancora di Roma, nel 1934, alcuni calciatori italiani sono saliti sul tetto del mondo, per maglia, stirpe, generazione e discendenza. Il miracolo porta la firma dell’Uruguay, ma con una benefica trasfusione di sangue italico. Nel 1929 la Fifa si riunisce a Barcellona per decidere il luogo deputato ad ospitare il primo campionato del mondo di calcio. Il presidente Jules Rimet trova un accordo condiviso sull’Uruguay, in omaggio alla nazione che ha vinto gli ultimi due tornei olimpici. La Celeste organizza e trionfa.

A sollevare al cielo il trofeo c’è il capitano José Nasazzi, detto “el Mariscal”, il maresciallo, per i compagni di squadra, “el Terrible” per gli avversari. Fuori dal campo non indossa alcuna tuta mimetica e neppure imbraccia un fucile, le sue battaglie le combatte sul terreno di gioco annientando attaccanti dai piedi educati o in vena di qualche prodezza di troppo. Quello di Nasazzi, i cui genitori emigrarono da Esino Lario, nel comasco, fino a Montevideo, per tentare la fortuna e una vita migliore, non è il caso isolato. Sembra quasi di vederla la pellicola mentale che si srotola, con i tanti paisà che attraversano l’oceano. I piroscafi, gli scatoloni di cartone sistemati con lo spago. Bastimenti carichi di un pezzo di vita, di ricordi e di speranze. Immagini sapientemente musicate tanti anni dopo, nel 1954 per l’esattezza, da Dean Martin (di babbo pescarese) con la sua That’s Amore. Nella strofa “When the stars make you drool just like a pasta fazool” c’è davvero un generoso pezzo d’Italia che ha gettato il cuore oltre l’Atlantico. Un balzo di migliaia di chilometri, come quello della famiglia Nasazzi. I discendenti si commuovono quando riguardano il video (restaurato e digitalizzato dalla Fifa) della finale vinta sull’Argentina il 30 luglio di 90 anni fa. Ecco che spunta anche lui, José Nasazzi, che stringe tra le mani la Coppa Rimet e solleva la statuetta raffigurante una vittoria alata più in alto possibile, prima di Combi, di Meazza, di Zoff e di Cannavaro.

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