Logo SportMediaset
In evidenza

Seguici anche su

La fissità delle facce del calcio

Il viso immutabile è la linea tra dentro e fuori

17 Mar 2021 - 08:09

Oktoberfest, anni Settanta. L’ispettore Clouseau si muove tra i tavoli, in mezzo a gente ubriaca, rumorosa, sempre col bicchiere in mano; lui avanza con la solita faccia impassibile mentre sicari di tutta Europa cercano di ucciderlo; solo che, in modo casuale, i killer o si eliminano tra loro o vengono ammazzati da altri senza volerlo. Closeau nemmeno si accorge degli agguati e non si diverte alla festa della birra, lui scivola nella vita con la stessa indifferenza del teorema di Democrito su Dio, frammento 347.

Dio o vuole togliere i mali, ma non può; oppure può, ma non vuole; oppure non vuole e non può; oppure vuole e può. Se vuole, ma non può, è impotente; il che è inammissibile in Dio. Se può, ma non vuole, è invidioso; il che pure è alieno da Dio. Se non vuole e non può, allora è invidioso e impotente; e anche questo non può attribuirsi a Dio. Se vuole e può, il che soltanto conviene a Dio, allora da dove vengono i mali? o perché non li toglie?

Per Epicuro Dio potrebbe evitare il male ma non vuole, si disinteressa dell’uomo, è indifferente alla sua condizione. Clouseau è impassibilità e casualità, non ammette intrusioni emotive. Nel calcio ci sono facce immobili come quella del personaggio interpretato da Peter Sellers, sembrano inespressive ma hanno variazioni impercettibili. La faccia di Balotelli, arruffata come da sonno, è una pietra scura che rivela quando segna e quando parla rabbia continua, il viso immutabile è la linea tra dentro e fuori, città e periferia e spesso provoca reazioni indignate o irridenti in chi lo osserva. Dopo un gol Balotelli blocca la comunicazione con il mondo, diventa torre eburnea che si prova ad assediare con interviste e analisi non riuscire a scardinare la sua rigida malinconia. I versi del giovanissimo rapper J Lord, napoletano di origine ghanese proprio come Balotelli, un po’ raccontano la faccia del signor Barwuah, cognome originario di Mario, la sua cantina buia, la sua chiusura ostile soprattutto quando segna.

Songhe sempe chill’’e primma
‘E vvote ‘e cose materiali
Nun te fanne sentì happy
Te ascarfe cchiù ‘n abbraccio
Ca nu piumino expensive
Songhe ‘na dimostrazione
‘O ssaie che c’ha può ffa’
Tengo ‘a stessa cattiveria

L’immobilismo facciale di Balotelli è diverso da quello famosissimo di Pirlo, che si vinca o si perda, si rida o si pianga lui resta fermo al suo volto che ha espressione perplessa; lo sguardo dell’allenatore bresciano scarnifica tutto ciò che vede, che sia lo scudetto o un infortunio, era così anche da calciatore; quando lasciava partire lanci che il mondo ammirava per la precisione superba non si esaltava, continuava con divina indifferenza, quella di Montale – rendeva oggettivo il mondo fino a ridurlo al minimo della sua ontologia.

Commenti (0)

Disclaimer
Inizia la discussione
0/300 caratteri