QUATTROTRETRE

Il lungo inverno di Clint Dempsey

Ecco la storia di uno dei migliori giocatori degli Stati Uniti

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Quando cresci in una roulotte, tra la povertà e il deserto, non sai se ci sarà più spazio per la morte o per la vita, non sai ancora se i sassi, la polvere, le piante, il vento saranno qualcosa di diverso da quello che vedi, quando cresci in una roulotte, tra fratelli e sorelle, accanto a altre roulotte che tutte insieme sembrano una baraccopoli più che un Trailer Park, ti dicono che non ci sono soldi per la benzina e per la scuola, al massimo la domenica si va a messa con la nonna; giochi a pallone con i ragazzini ispanici, loro si sentono eredi dei fuoriclasse sudamericani invece Clint è statunitense, senza alcuna grandezza calcistica da raccontare ma è caparbio e prova a imitare il suo idolo assoluto: Maradona.

Clint e il fratello Ryan giocano a pallone nel prato dei nonni, passando ore a impolverarsi. Un giorno, a dodici anni, però ti ritrovi inginocchiato davanti alla tomba di tua sorella più grande, aveva appena sedici anni, fortissima a tennis, ti dicono che un aneurisma cerebrale l’ha uccisa, nemmeno sapevi cosa fosse e al massimo poteva essere una malattia per vecchi. Niente più tennis, confidenze notturne, sogni di gloria, promesse.

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