VERSO IL QATAR

L'Italia, sesta nel ranking, potrebbe essere la prima ripescata europea

Le speranze di andare al Mondiale sono quasi pari a zero ma ci sono scenari improbabili legati alla classifica generale della Fifa

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E' giusto fare un po' di chiarezza, viste le tante notizie incontrollate che sono circolate nei giorni successivi all'eliminazione azzurra dal Mondiale. Comprensibile la speranza di andare in Qatar, anche da ripescati, meno logico affidarsi a criteri fantasiosi. La possibilità, per esempio, che l'Italia possa andare al posto dell'Iran finisce di diritto nella categoria delle fake news. Oltre a essere praticamente impossibile una sanzione di questo tipo nei confronti della selezione persiana, l'eventuale sostituta sarebbe una nazionale della confederazione asiatica.  

In cosa può sperare allora l'Italia? In niente, dice la logica. Esistono però alcuni punti da chiarire. La nostra nazionale, pur essendo scivolata di un posto nel ranking Fifa, ha davanti a sé cinque squadre (Brasile, Belgio, Francia, Argentina e Inghilterra) già qualificate per il Mondiale. I criteri per gli eventuali ripescaggi del massimo organismo calcistico internazionale non sono molto chiari. O meglio, tutto è affidato alla discrezionalità dei vertici Fifa. Dato per scontato che, qualora una nazionale dovesse per qualsiasi motivo essere esclusa, verrebbe chiamata al suo posto una selezione dello stesso continente, resta da capire se, in Europa, verrebbe privilegiata la squadra arrivata seconda nel girone (o sconfitta ai playoff) o quella con la posizione migliore nel ranking che, in questo caso, sarebbe proprio l'Italia.

Per fare un esempio concreto, qualora l'Ucraina dovesse battere la Scozia e affrontare e superare il Galles nello scontro decisivo per l'accesso al Qatar, e poi rinunciare per cause di forza maggiore, è nella discrezione della Fifa scegliere se ripescare i britannici o affidarsi al ranking favorendo gli azzurri. Solo un esempio, e nemmeno troppo felice, visto che significherebbe che la guerra sta proseguendo e complicando i piani di un Paese già provato da più di un mese di combattimenti. La ridda di supposizioni, comunque, verrebbe meno se esistesse un criterio assoluto e certificato da parte della Fifa che, al momento, non sembra avere intenzione di fare chiarezza. 

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