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Un cocktail da brividi (quelli del Pianeta probabilmente)

L’azienda Arctic Ice preleva il “ghiaccio nero” dai fiordi della Groenlandia e lo spedisce direttamente nei lussuosi locali degli Emirati Arabi Uniti

Un cocktail da brividi (quelli del Pianeta probabilmente) - foto 1
Pexels

Il confine tra colpo di genio e assurdità a volte può sciogliersi come ghiaccio al sole. O forse è il caso di dire come ghiaccio in un bicchiere.

Proprio come quello che tintinna tra i grattacieli di Dubai, galleggiando in costosi cocktail. Cubetti che non vengono da un semplice freezer – troppo banale – ma direttamente dall’Artico.

È questa l’ultima trovata del lusso, un mondo che sembra provarle tutte pur di non annoiarsi. Un terreno fertile e dorato, dove è nata l’idea dell’imprenditore Malik Rasmussen, che ha pensato di prelevare ghiaccio dalla Groenlandia e spedirlo direttamente negli Emirati Arabi Uniti.

 

Un cocktail da brividi (quelli del Pianeta probabilmente) - foto 2
Unsplash

La compagnia si chiama Arctic Ice – wow – e “pesca” questo tesoro dal fiordo vicino alla capitale Nuuk. In queste baie, infatti, a causa della fusione dei ghiacci, è aumentata la concentrazione di iceberg che si sono staccati dalla calotta polare. Si tratta quindi di un ghiaccio speciale, denominato “ghiaccio nero” perché completamente trasparente e difficile da individuare in acqua. Con una speciale imbarcazione dotata di gru la startup preleva i blocchi che non sono stati in contatto con le parti più esterne del ghiacciaio.

A detta della Arctic Ice, questo ghiaccio di oltre 100mila anni è il più pulito della Terra, perché non è mai entrato in contatto con il suolo né è mai stato contaminato da inquinanti. In più, fonde più lentamente dei cubetti normali, rendendo i cocktail di Dubai un’esperienza da degustare.

 

Un cocktail da brividi (quelli del Pianeta probabilmente) - foto 3
Unsplash

Ma per il Pianeta questo bicchiere sembra un po’ troppo amaro da buttar giù. La trovata di Rasmussen è stata accolta da un’ondata di critiche, rivolte al “furto” dell’acqua dei ghiacciai e alle emissioni derivate dal lungo trasporto in nave. L’azienda si difende sottolineando che punta a essere completamente carbon neutral compensando il suo impatto con tecnologie per assorbire CO2, e che la sua attività potrà essere utile per sostenere l’economia della Groenlandia, conquistando più indipendenza dalla Danimarca.  

Insomma, geniale o assurdo? Lasciamo giudicare a voi. Diciamo però che forse un cocktail artico non è la scelta più indicata per brindare al futuro del Pianeta.   

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