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Mobilità, italiani più sostenibili

Circa 26 milioni di individui avrebbero deciso di cambiare le proprie abitudini per gli spostamenti: si va più a piedi

Al netto delle limitazioni legate alla pandemia, quasi 6 italiani su 10, pari a circa 26,6 milioni di individui, dichiarano di aver cambiato, se non del tutto almeno in parte, le proprie abitudini nell'anno del Covid in termini di mobilità adottando un approccio più sostenibile per l’ambiente. Un intervistato su tre ha dichiarato di aver ridotto l’uso dell’auto favorendo, ad esempio, gli spostamenti a piedi. Comportamento  adottato da circa 14,3 milioni di italiani, con età compresa tra i 18 e i 25 anni (37,4%) e tra i 55 e i 64 anni (38,2%). E' quanto risulta da un'indagine sui comportamenti ecosostenibili degli italiani condotta per Facile.it da mUp Research e Norstat.

Buone notizie anche riguardo al parco auto e moto circolante in Italia visto che, secondo quanto emerso dall’indagine, il 15,7% pari a 6,9 milioni di individui, ha scelto di sostituire il proprio veicolo a motore, sia esso a due o quattro ruote, con uno meno inquinante, mentre il 6,3% ha ridotto l’uso del proprio mezzo affidandosi a servizi di sharing.

Forse grazie anche ai contributi statali dedicati, tante persone si sono spostate in monopattino; il 5%, pari a circa 2,4 milioni di italiani, ha dichiarato di averlo utilizzato, quando possibile, come alternativa all’automobile. Un interesse crescente quello verso i monopattini che, secondo i dati dell’indagine, si sta diffondendo anche nelle regioni del Sud e nelle isole, dove la percentuale di chi ha scelto questo mezzo per muoversi arriva al 6,6%.

Se da un lato sono davvero tanti gli italiani che hanno messo in atto comportamenti più sostenibili rispetto al passato, dall'altro c'è anche chi, al netto delle limitazioni imposte dalla pandemia, ammette candidamente di non aver fatto alcunché per cambiare le proprie abitudini in termini di mobilità; si tratta di poco meno del 23% del campione intervistato (22,9%), pari a circa 10 milioni di individui.

Analizzando i dati a livello territoriale emerge che i meno avvezzi al cambiamento sono risultati essere i residenti nelle regioni del Centro Italia, dove la percentuale di chi non ha fatto nulla arriva al 28,9%; guardando le fasce anagrafiche, invece, la percentuale di chi non ha cambiato le proprie abitudini arriva al 27,8% tra i rispondenti con età compresa tra i 35 e i 44 anni.