Re Leonida Insigne e i suoi 300 giorni di Napoli

Un patrimonio che il popolo azzurro non deve sperperare...

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Come il Re Leonida alle Termopili, Lorenzo Insigne e i suoi 300 giorni di Napoli hanno lanciato la sfida ai tifosi che scelgono di prendersela con il capitano tutte le volte in cui la squadra ottiene un insuccesso. Eppure il Magnifico è il meglio che oggi può esprimere il club azzurro, via via depauperato di calciatori-simbolo come Reina e Hamsik, oltre all'infortunio di Albiol che ha reso la difesa azzurra meno sicura di quanto non fosse in precedenza.

È un patrimonio e va tutelato, dai fischi che lo logorano e da Raiola che lo sta proponendo in giro per l'Europa, senza il successo che il manager aveva immaginato, quando convinse l'entourage del talento di Frattamaggiore ad abbandonare gli agenti che lo avevano seguito e tutelato fin dai suoi primi passi nelle giovanili partenopee.

Insigne ed il Napoli sono destinati a continuare fianco a fianco, perché difficilmente ci sarà una società disposta ad investire i 100 milioni che (giustamente) chiede De Laurentiis per un attaccante che segna troppo poco. Anche quest'anno si chiuderà con la media-gol che Insigne sta tenendo da quando veste la maglia azzurra. Finora ha realizzato 13 gol (in 38 partite) e mancano altre 5 gare alla fine della stagione, un dato numerico molto simile a quello della scorsa annata (14 in 48 match) e a quella del 2015-16 (13 in 42). Poco significativo il dato della stagione 2014-15 (28 partite e 2 gol) condizionata dal grave infortunio al ginocchio, così come la prima con Benitez (51 sfide e 9 reti), perchè utilizzato da esterno di copertura, e quella della sua consacrazione in A, con Mazzarri nel 2012-13 (43 presenze e 5 reti).

Questa sera il San Paolo riaprirà i battenti, lì dove non più tardi di giovedì scorso l'Arsenal aveva vinto (0-1) la gara di ritorno dei quarti di Europa League, senza nemmeno sforzarsi troppo. Fu la notte dello strappo del Magnifico con il tecnico Ancelotti e dei fischi di insofferenza partiti dagli spalti del San Paolo ed arrivati sulla sua psiche fin troppo sensibile ed insofferente alle contestazioni. Insigne è un talento vero, probabilmente il migliore di cui dispone il Napoli e questo pomeriggio a Fuorigrotta, la tifoseria pur se scadente numericamente, avrà la grande occasione di riabilitarsi con il suo capitano. Un applauso e la vita nuovamente gli sorriderà.