Le due prerogative che non devono mai mancare

L'importante è affrontare ogni singolo impegno senza alcuna paura ed è qui che il Napoli deve migliorare...

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Le due prerogative che non devono mai mancare - foto 1

“La testa era già a Londra”. Questa frase, che viaggiava sulle bocche di tutti per giustificare le prestazioni poco convincenti contro Empoli e Genoa, rimbomba nella testa dei sostenitori di fede partenopea da diverse ore. Già, perché a Londra il Napoli non è quasi mai pervenuto. Se non con un timido approccio nel finale. Dov'era, quindi, la testa degli uomini di Ancelotti? Chissà. Resta un mistero.

Che siano mancati il carattere e la personalità è evidente, perché tutti coloro i quali sono scesi in campo all'Emirates Stadium avrebbero potuto dare qualcosa in più. Di solito queste sfide si caricano da sole. Ma sia dal punto di vista fisico che mentale l'Arsenal è sembrato più in palla, sin dalle prime battute. Giusto non sparare sentenze anticipate. Anche perché prima del match di ritorno al San Paolo, che ha il sapore della mission (quasi) impossible, c'è il Chievo da affrontare. Più per onor di firma, che per altro, senza voler prendere in giro nessuno, stando alle ultime prestazioni offerte dagli azzurri, ed anche grazie agli assist delle milanesi che si mantengono a notevole distanza.

L'importante è affrontare ogni singolo impegno senza alcuna paura. Ed è proprio qui che il Napoli deve migliorare, perché per fare il grande passo e consolidarsi agli occhi dell'Europa come una vera big bisogna andare su qualsiasi campo con l'intenzione e il guizzo giusto per vincere. Con quel pizzico di sfrontatezza che non guasta mai. Pronti, via, gol. Non dico così, ma quasi.

Ho letto ed ascoltato molte critiche nei confronti di Carlo Ancelotti. Giudizio sospeso, per quanto mi riguarda. La squadra ha chiamato a raccolta il pubblico, che a dirla tutta non ha fatto mai mancare il proprio sostegno, anche se in minor numero rispetto alla scorsa stagione delle grandi emozioni. Ed a tal proposito trovo sbagliato fare dei paragoni col Napoli di Sarri, perché sono cambiati uomini e disposizioni tattiche.

Con Ancelotti il turn over è aumentato: un aspetto che è servito al tecnico per distinguere i promossi dai bocciati in vista del prossimo campionato. Pertanto ogni occasione è buona, a partire proprio dalla sfida col Chievo, per capire chi continuerà ad indossare i colori sociali azzurri e chi sembra destinato a viaggiare verso altri lidi. Forse Ancelotti ha già deciso. Magari ha già in mente come disegnare il suo Napoli del futuro. Al di là degli elementi scelti, saranno due le prerogative necessarie per riaccendere l'entusiasmo dell'ambiente: cuore ed anima. Solo così non ci saranno limiti.

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