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Cuore tifoso Juve: cosa manca alla Juve 9.0

Sarri e la gestione della rosa

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Le sceneggiature del calcio sorprendono, fanno vibrare i tifosi, ma per chi non si ferma alle partite - giusto o sbagliato che sia - queste sceneggiature non bastano. E ormai sono proprio i tifosi i primi a vivere ora per ora la propria squadra del cuore. In casa Juve (anzi, in casa Toro) è stato il sabato notte di Matthjis de Ligt: chi avrebbe scommesso un centesimo su un nuovo vistoso tocco con la mano in area di rigore bianconera? A questo punto, chi avrebbe detto che dalla cosa meno auspicabile, nonché meno probabile, nonché meno augurabile al centrale olandese che già deve convivere con il giudizio universale pur facendo costantemente prestazione. Dalla sua prima contro il Napoli, buttato dentro, a denti stretti e con qualche musata nel convulso finale, sotto stress perché sostituire Chiellini non è acqua naturale per nessuno. Per dire: successivamente le due gare meno convincenti della Nuova Juve sono state quelle contro Verona e Genoa, per motivi forse diversi guardando come stava in campo il reparto, ma guarda caso proprio le due partite in cui de Ligt ha tirato il fiato. Inutile qui parlare dei sostituti dei sostituti, molto meglio parlare della realtà che è poi quella che ha in mano Maurizio Sarri. E la realtà è che questa squadra oggi non ha problema alcuno circa i singoli della rigorosa (ma non ancora rigida e armonica) linea a quattro difensiva titolare. Per la cronaca stiamo per il resto parlando del miglior Cuadrado di sempre considerato il blocco di partite, di capitan Bonucci e dell’insostituibile (e insostituito) Alex Sandro.  

Cosa manca quindi alla Juve 9.0 non è ancora il gioco. Perché gli uomini e il loro assemblaggio vengono prima di tutto. Sarri ha scelto il rombo e affronta due volte alla settimana un paio di equivoci: chi supporta Pjanic e come una volta che nessuno più lo lascerà libero di giostrare? Chi in trequarti, perché nel 4312 lo status dell’uomo dietro le punte trasforma completamente la capacità di produrre giocate sistematiche e pericolose? Infine, chi tra Dybala e Higuain? Sono queste le tre risposte che il tecnico è chiamato a fornire a se stesso prima ancora che a uno Stadium che ha bisogno assoluto di tornare a vivere sensazioni mai provate prima. La prima è condizionata da Khedira e Matuidi e da ciò che possono individualmente fornire nel gioco a due tocchi che deve dialogare con gli attaccanti senza perdere mai un tempo di gioco. A meno che Sarri non stia rinunciando al possesso mediano con uomini capaci e coraggiosi nel giocare vicini, sensazione che viene da Rabiot e Bentancur stessi impiegati in sgambate in fascia per compensare il sistema. La seconda era Ramsey, è Bernardeschi, sarà di nuovo Ramsey e persino Douglas Costa un po’ alla Pavel Nedved dei vecchi tempi e nella disperazione Dybala. E’ ciò che che ha detto e fatto Sarri. E’ insomma l’enigma con la e maiuscola in questo momento. Non per forza l’unica strada. La terza, per chiudere, è Higuain anche se Dybala è più bravo. O Dybala anche se Higuain è più forte. Difficile dire chi vinca tra i due in termini di somma gol/rifiniture. Le somme le tiriamo dopo la Supercoppa Italiana. Fino a gennaio. Fino alla fine.

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