Spalletti ter: ora è possibile

Marotta getta acqua sul fuoco: il FFP sarà un intralcio

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La cosa buffa, per certi versi, è che ci siamo lambiccati il cervello per mesi e mesi. Hanno avvistato quel tale allenatore in Galleria, e tutti ad inseguirlo. O: si è liberato quel tal altro, ha un debole per il nerazzurro, sia mai che ce lo ritroviamo di nuovo ad Appiano. Quando, forse, la soluzione più ovvia era già in casa; Luciano Spalletti, toscano di Certaldo, sessant'anni ben portati.

Ora, al di là delle battute, il futuro dell'attuale tecnico interista sembra oggi più vicino di quanto non si potesse immaginare fino a qualche giorno fa. Colpa del FFP, potrà pensare qualcuno. Personalmente no, non credo che la situazione Financial Fair Play - una delle cose più inutili messe in piedi da Platini e soci a suo tempo, almeno con queste regole assurde per le quali le Società forti resteranno forti o si rafforzeranno, le altre chissenefrega che tanto ci sono già quelle forti. Ora se ne sono accorti tutti, quando qualche anno fa toccò all'Inter (e alla Roma) ricordo sbeffeggi e spiegazioni del perché fosse giusto penalizzarci, tutti improvvisamente economisti in Italia – sia stata la scintilla che ha fatto rinascere un grande amore ai più apparso ormai consumato.

Spalletti ha gli stessi punti dello scorso campionato, sessanta. Ma, grazie alle avversarie dirette inciampate spesso e volentieri, si ritrova terzo con un discreto gruzzoletto di punti da poter amministrare. È vero, ha toppato la partita più importante in Champions, ma la rosa ridotta potrebbe essere considerata una valida scusante. È vero, ha toppato pure in Coppa Italia, ma era un periodaccio e la squadra stava male fisicamente. È vero, non ha avuto per gran parte della stagione il Suo giocatore, quello per cui Suning ha acconsentito a derogare ai suoi dettami in senso anagrafico ed economico. Ergo, la sfiga ci ha visto benissimo. Tutte cose che capisco.

La cosa che capisco meno, di Spalletti, è questo suo accanimento terapeutico nei confronti di un modulo, il 4231, monocorde, noioso, prevedibile, a tratti sonnolento. E la testardaggine nel non far giocare insieme Icardi e Lautaro; che sono diversi, si muovono diversamente, si integrano alla perfezione. Basterebbe meno integralismo, Luciano, per entrare appieno nel cuore dei tifosi. Ah, ultima cosa, ci tenevo a sottolinearla. Perché qui si lamentano tutti per rigori veri o presunti. Io sto ancora aspettando qualcuno che si scusi con l'Internazionale per la topica (chiamiamola così, con decenza) di Firenze. Dopo aver rivisto il/lo/la VAR dueminutiequarantasecondi. Eccezionale. Alla prossima.