Macedonia, alla ricerca dell'identità perduta

Una nazione che gioca per le proprie radici

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Molto della Macedonia del Nord, se non tutto, è nella sua capitale: Skopje. Skopje è una città di contrasti e ideologici voli pindarici. È un mix di tante cose diverse, un singolare e stridente connubio tra kitsch e storia. Il suo passato greco, bizantino, ottomano e iugoslavo convive con una superficiale e turistica occidentalizzazione di facciata.

A Skopje c’è infatti di tutto: una riproposizione del toro di Wall Street, la casa di Madre Teresa di Calcutta (nata qui) e improbabili pullman rossi a due piani. Spenti palazzi comunisti fanno da sfondo a statue illuminate di vaghi eroi mitici del passato, mentre a pochi passi, dall’antico bazar, il muezzin chiama cinque volte al giorno i musulmani alla preghiera. Skopje è così: è incerta e indefinibile. Tanti venti diversi spirano metaforicamente in direzioni disparate, e provare a trovare un’identità comune è come girare attorno a una piramide egizia per cercarne l’ingresso.

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