Villaggio e lo sport come commedia sociale
Siamo tra la fine dei ’50 ed i primi ’60, è inverno, ma nel Mar dei Caraibi la temperatura è mite a sufficienza da dimenticarsi che a breve sarà Natale. A bordo della nave da crociera l’equipaggio è eterogeneo, ma solo se si tiene in considerazione la ciurma. D’altronde, si sa, d’inverno la classe operaia e la piccola borghesia sono a lavoro. A dire il vero la stagione non incide troppo sulle crociere, se non sull’itinerario della nave. Sono anni in cui, che sia estate o inverno, le crociere non sono gettonate ed accessibili come oggi.
Tutt’altro, sono eleganti, raffinate, esclusive, démodé come solo sanno esserlo le grandi istituzioni abbottonate ed in declino. Come i caffè ottocenteschi nelle gallerie delle grandi città italiane, che mascherano velluti scoloriti, specchi ossidati e zucchero raggrumato con il pretesto della classe e della tradizione, fingendo di non curarsi del loro progressivo scivolare nell’oblio.