Il Bayern Monaco non è un top club qualsiasi

Affrontare la modernità con la forza della tradizione

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"Non spenderemo 100 milioni di euro per Marco Verratti. Né 25 all’anno per Alexis Sanchez. Se vogliamo vincere la Champions League dobbiamo rafforzarci e certamente spendere parecchio, ma non fare sciocchezze".

Così Uli Hoeness, allora presidente del Bayern Monaco, parlava esattamente tre anni fa. Pur riconoscendo la necessità di un «processo di ringiovanimento generale» e di «investimenti importanti», egli era sicuro di una cosa: i bavaresi, per tornare a vincere in Europa, non avrebbero dovuto seguire il modello plutocratico degli altri top club.

"Chi spende così tanto non potrà permettersi nemmeno un tozzo di pane. Perché il successo, in campo sportivo, non si può programmare come viene immaginato dai grandi investitori. Solo una squadra vince la Champions League. Quando gli investitori arriveranno a dire: «abbiamo sborsato così tanti soldi ma non abbiamo vinto nulla», allora arriverà il momento del Bayern”. (Uli Hoeness, incalzato anni fa dai cronisti sulle spese folli proprio del PSG).

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