Wimbledon: Federer e Murray

Impresa dello svizzero che rimonta Cilic dallo 0-2 e ora sfiderà Raonic. Ruggito del britannico che batte Tsonga al quinto e ora aspetta Berdych

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Ha quasi 35 anni, ma le motivazioni sono quelle di sempre. Roger Federer approda alle semifinali di Wimbledon rimontando Cilic dallo 0-2: impresa dello svizzero che salva tre match point, si impone 6-7(4), 4-6, 6-3, 7-6(9), 6-4 e ora sfiderà Raonic. Finisce al quinto anche il match di Andy Murray, che si fa acciuffare da 2-0 a 2-2 da Tsonga ma con un ruggito si aggiudica il set decisivo: 7-6 (10), 6-1, 3-6, 4-6, 6-1, adesso lo scozzese aspetta Berdych.

E' stata una partita epica, di quelle destinate a rimanere negli annali del tennis. Un campione infinito che dà vita ad un match infinito: Roger Federer ribalta uno splendido Cilic che, per lunghi tratti, è dominatore assoluto dell'incontro. Eppure l'avvio è equilibrato, con lo svizzero che ha le uniche due palle break del primo set ma le fallisce e poi al tiebreak deve arrendersi ai colpi del croato, abile a salire subito sul 5-0 e arrestare infine la rimonta dall'avversario sul 6-4. In archivio il primo parziale, Cilic continua a spingere sulla diagonale di rovescio e al terzo gioco del secondo set trova il primo break dell'incontro, mantenuto sino al 6-4 finale. Nel terzo set Federer sembra al capolinea quando sul 3-3 va sotto 0-40 al servizio: lì la sua partita cambia, rimonta il game e nel successivo strappa il servizio al croatro, che cede il parziale 6-3.

Il quarto set, se possibile, è ancora più spettacolare. Federer è tutt'altro che padrone, ma in qualche modo riesce sempre a sfangarla: come sul 5-5, quando salva la prima palla match, o sul 6-6, quando ne salva un'altra trascinando Cilic al tie-break, dove gli annulla annulla la terza chance di chiudere l'incontro prima di esultare per il 2-2. L'inerzia si sposta ovviamente tutta dalla parte di Re Rogers, che nell'ultimo parziale piazza lo sprint decisivo all'ottavo game, quando trova il break e scappa sul 5-3: un'occasione troppo ghiotta servire per la 40esima semifinale di Slam (record assoluto), che Federer non si lascia scappare. "Sono stato in seria difficoltà - sono le parole dell'elvetico -, ma sono stato bravo a rimanere attaccato al match. Ora testa a Raonic".

Un "come on!" urlato al cielo dopo l'ace decisivo: esulta Murray e ne ha ben donde visto che, alla fine del quarto set, il suo avversario era riuscito a portare dalla sua parte l'inerzia del match. Il miglior Tsonga del 2016 nel terzo e nel quarto parziale strappa i primi due set del torneo al padrone di casa, che come di consueto gioca con una notevole pressione addosso, ma non riesce a piegarlo. Un avvio all'insegna dell'equilibrio, col primo break di Murray e il secondo di Tsonga, poi in un infinito tiebreak la spunta lo scozzese dopo aver annullato tre set point all'avversario. Un bel colpo da assorbire, tanto che il transalpino nel secondo sembra non scendere in campo e il campione olimpico chiude la pratica in appena 25 minuti.

Nel terzo Murray ha un fisiologico calo e uno splendido Tsonga sale in cattedra con colpi che infiammano il pubblico del Centrale: il break al quarto gioco è decisivo per l'1-2. Quarto set: il britannico torna lucido, sale sul 4-2 e sembra ad un passo dal chiudere il match. Ma non ha fatto i conti col francese, che mette in fila quattro giochi - tenendo il servizio in un lunghissimo ed estenuante ottavo game - e trascina così la sfida al quinto. Gli spettatori sono al settimo cielo: hanno visto un gran Murray, poi il ruggito di Tsonga che allunga l'incontro e infine mancherebbe soltanto l'acuto del beniamino di casa. E così è: lo scozzese tira fuori tutta la sua grinta, balza subito sul 5-0 e si divora Tsonga. Il prossimo scoglio si chiama Berdych.

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