Wimbledon: finale Murray-Raonic

Il croato batte al quinto set il campione svizzero, vita facile per l'idolo di casa contro Berdych

  • A
  • A
  • A

Il sogno di Roger Federer di conquistare il suo ottavo Wimbledon va in frantumi sul più bello. A giocarsi la finale sull'erba londinese sarà infatti il croato Milos Raonic che batte il campione svizzero in cinque set (6-3, 6-7, 4-6, 7-5, 6-3) e conquista la prima finale di uno Slam della carriera. Sul Centre Court troverà l'idolo di casa Andy Murray, capace di sbarazzarsi in soli tre set del ceco Thomas Berdych (6-3, 6-3, 6-3).

E' il primo canadese ad approdare alla finale maschile di Wimbledon, il primo non europeo dal 2009 quando a raggiungerla fu l'americano Roddick: esame superato a pieni voti per Raonic, che grazie ad una delle sue migliori prestazioni raggiunge il traguardo più alto della sua giovane carriera. Classe '90, ha la personalità e il carattere di ribaltare Federer sul Centrale, una sorta di seconda casa per lo svizzero: eppure Milos, numero 7 del ranking, ha sempre lottato anche quando, nel corso del quarto set, la gara sembrava ormai in mano a Re Roger. Ma andiamo con ordine: nel primo set la differenza la fa un break di Raonic al quarto game, nel secondo Federer si mangia quattro palle set ma al tiebreak riesce a pareggiare i conti, poi nel terzo lo stesso Federer mette la freccia strappando il servizio al canadese sul 3-3. La partita sembra incanalata, soprattutto quando sul 4-4 nel quarto parziale Re Roger ha la palla che lo porterebbe a servire per la finale: Milos la salva e con un dodicesimo game da vero campione trascina il match al quinto. Federer non ne ha più, cade e si fa male ad un ginocchio: la maratona con Cilic si fa sentire, Raonic sfrutta anche i 9 anni di gap e dopo tre ore e 25 minuti di battaglia alza le braccia al cielo.

Favorito numero uno per un titolo già conquistato nel 2013 dopo l'uscita di scena di Djokovic, Andy Murray scende in campo un po' troppo nervoso contro un Thomas Berdych che tuttavia non riesce ad approfittarne. Il diritto del ceco non vuole saperne di entrare e il numero due al mondo brekka subito il rivale: ne serve un altro, però, perche Berdych sembra reagire, ristabilisce la parità prima di cedere nuovamente il servizio all'ottavo gioco e cedere subito dopo 6-3. Murray continua a commettere qualche errore di troppo, ma dopo le due finali dello Slam conquistate quest'anno e perse contro Djokovic l'occasione di giocarsi la terza da favorito non può certo lasciarsela scappare. E allora lo scozzese aggredisce meno del solito, controlla bene le situazioni più difficili e con due break nel secondo e terzo parziale archivia la pratica Berdych in appena tre set con un triplice 6-3. Finale insolita a Wimbledon, quella che nessuno avrebbe mai pronosticato alla vigilia dello Slam londinese.