Tennis, Djokovic re di Wimbledon

Finisce 7-6, 1-6, 7-6, 4-6, 13-12 per il serbo in 4 ore e 57 minuti: è la finale più lunga di sempre a Londra

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Novak Djokovic vince il torneo di Wimbledon per la quinta volta in carriera e insieme al suo avversario, uno straordinario Roger Federer, riscrive la storia del tennis: la finale termina infatti 7-6(5), 1-6, 7-6(4), 4-6, 13-12(3) dopo 4 ore e 57 minuti e diventa la più lunga della storia del torneo londinese. Nella leggenda il serbo, da applausi lo svizzero che perde avendo messo a segno ben 218 punti e dopo aver avuto due match point a favore.

Novak Djokovic si conferma campione a Wimbledon, vincendo per il secondo anno consecutivo sull'erba di Londra. Ma lo spettacolo visto nella finale di quest'anno non è nemmeno lontanamente paragonabile a quello del 2018, né probabilmente della maggior parte delle partite di tennis mai disputate sul suolo britannico come altrove. Per vincere il suo quinto titolo di campione di Wimbledon, infatti, il serbo deve piegare un Roger Federer che a quasi 38 anni dà vita a una partita splendida, tesissima, equilibratissima, estenuante e quasi commovente: finisce infatti dopo cinque set, tre tie-break di cui l'ultimo dopo l'eterno long set finale. E dopo 4 ore e 57 minuti di gioco, battendo quelle 4 ore e 48 fissate nel 2008 da Nadal e dallo stesso Federer che sembravano quasi impossibili da replicare. E a dimostrazione dell'impresa di Djokovic basta aggiungere che tutti e tre i tie-break corrispondono ai set andati proprio a Nole. Un altro piccolo record in una partita da tramandare ai posteri per sempre. Federer parte forte e si prende il primo game della partita in un turno di servizio in cui Nole resta a 15 dopo aver subito anche due ace. Il serbo si rifà subito dopo portandosi sull'1-1 con Federer a 0. Continua la battaglia che premia chi ha il turno di servizio: terzo game a Federer, con Djokovic che però vende cara la pelle e trova un gran punto dopo uno scambio da urlo. Solo il 2-2, che premia il serbo, vede per la prima volta un game deciso ai vantaggi. King Roger, dal canto suo, si prende il 3-2 con grande lucidità recuperando addirittura dallo 0-30 con quattro punti consecutivi. Seguono tre game abbastanza veloci, sul 4-4 però Djokovic reagisce al 40-0 del rivale e con due risposte da vero fenomeno riapre tutto. Lo svizzero però sfodera l'ace e conserva il servizio.

Inizia quindi alla grande anche il game successivo volando sul 30-0, ma Djokovic trova tre prime vincenti. Il doppio fallo porta ai vantaggi, ma è il serbo a chiudere il punto che vale il 5-5. Federer si trova quindi di nuovo in svantaggio nell'undicesimo game, ma alla fine prevale con due punti da vero re e timbra il 6-5. Ma Djokovic non ci sta: con un game a 0 rimanda ogni discorso al tie-break, che riesce a fare suo sul 7-5 sfruttando tre errori di Federer. Il fuoriclasse di Basilea approccia però il secondo set con tutt'altra carica, trovando subito il primo break della partita. Djokovic, sorpreso dal rivale (anche uno scivolone per lui), prova a reagire nel game successivo con due punti che però non gli permettono di avvicinare il controbreak: King Roger vola sul 2-0, che diventa 3-0 nel game successivo quando strappa un altro servizio a un attonito Djokovic, addirittura fermo a 15. Per lui il parziale è addirittura un desolante 4-12 dall'inizio del set. Il serbo prova poi a rialzare la testa dallo 0-40, si prende due punti ma viene inchiodato sul 4-0. Il set è già praticamente compromesso: Djokovic conquista il quinto game e mette in difficoltà Federer nel sesto, ma lo svizzero recupera grazie anche all'ottavo ace della sua partita e poi trova il terzo break del set per il 6-1 finale: prova disastrosa in questo settimo game per Nole, completamente perso a livello psicologico come dimostrano i suoi 10 errori non forzati in appena 26 minuti di set. Tutt'altra storia nel terzo set: se Federer si prende con grande rapidità l'1-0, infatti, Djokovic reagisce subito e trova l'importantissimo 1-1 in un game molto combattuto e in cui lo svizzero porta a casa anche due bei punti. Federer torna in vantaggio con un turno di servizio agevole in cui mostra anche un serve and volley, ma Djokovic ha completamente ritrovato il controllo di sé e della partita: il 2-2 arriva concendendo un solo punto al rivale. Rimane il grande equilibrio anche nei game successivi: i due campioni al servizio sono entrambi implacabili, Federer trova anche il decimo ace poco prima del 4-3, ma poi Djokovic fa 4-4 in un game a 0. Lo svizzero resiste anche a un rischio di break rimontando dal 15-30 fino al punto del 5-4, poi Nole gli annulla addirittura il set point e trova il 5-5. Inevitabile il secondo tie-break della partita, con il pubblico di Londra tutto a favore di Federer e un Djokovic che anche per questo motivo un po' si spazientisce. Si rifà con gli interessi strappando due volte il servizio al rivale e portandosi sul 5-1.

A nulla vale il minibreak di Federer, che accorcia ma poi si arrende sul 7-4. Si va al quarto set, con Djokovic evidentemente ringalluzzito: lo si capisce chiaramente al suo turno di battuta, portato a casa con un bel game in cui Federer si ferma a 15. Si teme che il fuoriclasse elvetico possa andare in debito d'ossigeno (non dimentichiamo la battaglia in semifinale contro Rafa Nadal), ma tre punti consecutivi gli permettono di pareggiare da una situazione di 15-30. La riprova arriva nel terzo game, chiuso a 0 da un Nole bravo poi a recuperare dal 15-40 nel game successivo, che Federer riesce faticosamente a fare suo ai vantaggi, trovando il 2-2. La partita sembra pendere dalla parte di Djokovic e proprio in questo momento King Roger dimostra una volta per tutte perché è il re: il serbo commette un doppio fallo e spara fuori di un nonnulla una palla che richiede l'intervento dell'occhio di fallo. Federer ne approfitta e si prende il break del 3-2. Lo conferma quindi in un sesto game chiuso a 0 e addirittura riesce a centrare il doppio break inchiodando il serbo, piuttosto scomposto in questa fase, sul 5-2. Ma se finale da sogno dev'essere, allora è evidente che il pendolo del match debba cambiare ancora una volta oscillazione: Nole infatti trova il controbreak e accorcia sul 5-3, strappando per la prima volta il servizio all'avversario dopo qualcosa come due ore e 47. Per far capire il livello di tennis fornito da queste due leggende della racchetta, il sesto punto di questo game (la prima palla break, che Federer annulla) viene assegnato dopo qualcosa come 35 colpi. Djokovic si riporta quindi sul 5-4, ma decisivo diventa il precedente break dello svizzero che chiude sul 6-4. Con l'intensità emotiva del match che diventa altissima, si va quindi al quinto set, il primo nella finale di Wimbledon dal 2014 (anche allora con gli stessi protagonisti di oggi): veloce 1-0 di Djokovic (che però perde l'unico punto su una risposta da urlo di Federer), quindi è 1-1 in un game in cui Nole va sotto 40-0 e poi recupera alla grande due punti. Ormai si gioca sui nervi e la resistenza: il serbo va sul 2-1 nonostante le grandi risposte di Federer, da cui però riesce a non farsi ingannare. Djokovic accelera nuovamente nel quarto game e si conquista tre palle break, tutte annullate da un Federer da urlo, che deve combattere anche contro un nastro favorevole al suo avversario.

Quindi Djokovic chiude faticosamente il game del 3-2, vedendo Roger recuperargli tre punti dal 40-0 al 40-40. Una partita pazzesca. Che al sesto game vive un altro scossone: Djokovic trova il break per il 4-2 che potrebbe rivelarsi decisivo. E invece già al settimo game arriva l'incredibile controbreak, con Federer che strappa di nuovo il servizio all'avversario al secondo tentativo. Londra esplode in un urlo che anche l'arbitro fatica a placare prima che la partita ricominci. Il punto è decisivo, perché si arriva al 6-6 e si prosegue (nel quinto set della finale di Wimbledon non c'è il tie-break fino al 12). E inizia un'altra incredibile mini-partita. Il dodicesimo game è eterno e permette a Federer di pareggiare, il long set vede l'allungo di Djokovic sul 7-6, altri due ace di un Federer inesauribile valgono il 7-7, quindi lo svizzero trova addirittura il break con uno splendido passante. E arrivano i due primi match point del match (con il muro delle quattro ore già ampiamente superato), ma Djokovic le salva e trova il controbreak: incredibile, 8-8. Ci si aspetta che uno dei due alla lunga molli il colpo, ma non succede: Djokovic si porta sul 9-8, ma Federer e vivo e lo dimostra con due punti da strapparsi le mani dagli applausi. Nei successivi tre game chi è al servizio concede all'avversario sempre e solo un punto, Federer se ne prende due nel corso del game numero 21, ma alla fine si va sull'11-11.

Segue uno dei game più belli dell'intera partita, con quattordici punti (incluse due palle break per Federer, che pure aveva iniziato 0-40) che alla fine regalano il punto a Djokovic. Federer si prende quindi il 12-12 e si va al tie-break, quello vero. Djokovic però ci arriva con quella goccia di energie in più per fare sua la partita: si prende il minibreak sul 2-1, mantiene le distanze, sul 6-3 urla alla vittoria su una palla che il Challenge conferma essere sulla linea, ma con il punto che non viene dato: è palla disturbata. Sul colpo successivo, però, Federer stecca e Djokovic è campione. Al termine di una giornata (e cinque ore di battaglia) in cui entrambi meritano però un'ovazione da record da parte di tutti.

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