TENNIS

Accadde oggi: nel 2013 Djokovic spezzò l'incredibile striscia di Nadal a Montecarlo

Dopo otto anni di successi, finiva la “tirannia” dello spagnolo nel Principato: il serbo si impose per 6-2 7-6 (1)

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“I tipi grossi come te mi piacciono, perché quando cascano fanno tanto rumore”. Magari Novak Djokovic non ha mai visto “Il buono, il brutto e il cattivo” di Sergio Leone e non sa chi siano Tuco e il caporale Wallace. Ma se lo vedesse ripenserebbe forse a quel 21 aprile 2013, esattamente sette anni fa, quando nella finale del torneo di Montecarlo piegò Rafael Nadal, un gigante che nel Principato è sempre capace di trasformarsi in montagna.

Lo spagnolo era infatti il dominatore incontrastato della terra rossa monegasca dal 2005. Aveva dunque inanellato otto successi consecutivi al Country Club e ricevere il trofeo da Alberto II era diventata una dolcissima abitudine di metà primavera. Tutto sembrava ripetersi anche nel 2013: in semifinale Nadal aveva piegato Jo-Wilfried Tsonga in due set (6-3 7-6), una maratona in confronto ai soli 51 minuti con cui Djokovic si era sbarazzato di Fabio Fognini (6-2 6-1).

Era lo scontro più ovvio, vista anche l'eliminazione precoce di Andy Murray. Ma non si trattava di un appuntamento scontato: è vero che il mancino di Manacor aveva conquistato la nona finale consecutiva a Monaco, ma il Djoker due anni prima lo aveva sconfitto sul rosso di Madrid e Roma.

Il doppio schiaffo aveva fatto male a Nadal, afflitto anche dai dolori al ginocchio nell'ultimo anno. Lo spagnolo comunque poteva cullarsi nella sua Montecarlo, dove veniva da 46 successi consecutivi e un incredibile numero di set concessi: la miseria di sette in otto anni. Nella finale, tuttavia, Nadal partì contratto, magari perché sapeva che il serbo fosse l'unico che potesse batterlo. Per sfortuna dello spagnolo, Nole viveva una di quelle giornate in cui era impossibile contrattare: un Djokovic versione macchina infernale umiliò Nadal nel primo set, portandosi sul 5-0. Solo l'orgoglio del maiorchino evitò il bagel: dopo aver salvato cinque palle set, trovò il punto della bandiera e si arrese con un meno avvilente 6-2. Djokovic era doppiamente performante, come confermano il numero di vincenti (14-7) e quello degli errori gratuiti (9-16). 
Lo spagnolo si riprese solo nel secondo parziale e conquistò il break in un game quasi decisivo (6-5), avendo la possibilità di servire per il terzo set.

Le migliaia di persone presenti al Country Club posticiparono tutti gli impegni: non era nemmeno contemplata la possibilità che uno squalo come Nadal potesse essere mangiato dalla preda sul più bello. Invece Djokovic trovò un sontuoso controbreak a zero che annichilì otto anni di certezze del fenomeno della terra rossa: tie-break senza storia, Nadal mollò mentalmente e riuscì a conquistare solo un punto. Il serbo, numero uno del mondo, vinse l'ultimo Masters 1000 su terra che ancora mancava nella sua collezione. Si sarebbe ripetuto due anni più tardi contro Tomas Berdych: il Country Club non è certo il campo preferito di Nole, che vi ha trionfato solo in queste due occasioni. Ma quanto contano questi numeri quando hai fatto cadere un tipo grosso come Nadal?
 

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