Due mondi, due filosofie opposte e un unico obiettivo: la corsa scudetto, "Doctor Jekyll e Mister Hyde"
E' stata la grande bellezza contro l'efficacia. O se volete, a leggerlo in altro modo, il confronto tra la "fredda" Torino e la folle, geniale, Napoli. Nella lunga corsa scudetto si è tracciata una distanza che non è soltanto chilometrica e culturale. Semmai un trend de vie, lo scontro - e mai l'incontro - di due filosofie agli antipodi. La geometria perfetta di Allegri e della sua camaleontica Juve da una parte. Il caos controllato del Napoli di Sarri dall'altra. In mezzo un fiume di parole tra due toscani che di uguale non hanno quasi niente. Sir Max - tra presente e futuro da Premier - e "sor" Maurizio, così genuino e sanguigno da dare, talvolta, fastidio. Rette parallele che non si incontrano in nessun infinito ma si sono incrociate per nove lunghissimi mesi.
Per questo, soprattutto, Juve-Napoli è stata bellissima. Perché nelle loro differenze estreme sono state in grado di fare un cammino quasi identico all'interno di un equilibrio che si è rotto solo sul rettilineo finale. La Juve ci è arrivata senza gambe, il Napoli senza quella tenuta mentale che segna il confine tra il vincitore e il vinto. Tra la concretezza di Allegri, appunto, e l'esuberanza di Sarri.
Ma Juve-Napoli è stata - e non poteva essere diversamente - anche una lunga sfida dialettica. Tra differenze di fatturato e piccole accuse, favoriti e favoritismi, arbitri e Var, calendari difformi e difformi comportamenti. Allegri dice e si capisce subito che aria tira. Sarri non ama la comunicazione e non la sa gestire. Allegri è un direttore d'orchestra, Sarri un capo-popolo. Allegri è l'allenatore della squadra di Torino, Sarri è Napoli, dentro la città, a fianco dei tifosi.
Eppure, volenti o nolenti, hanno marciato insieme lungo la frattura di un calcio privato. Se ci si pensa è un paradosso: ad Allegri hanno rimproverato sempre di non avere la bellezza di Sarri, a Sarri di non saper essere duttile come Allegri. Doctor Jeckyll e Mister Hyde in qualche modo. Oppure, semplicemente, Juventus e Napoli. Si potrebbe banalmente distinguere il buono di chi ha vinto e il cattivo di chi ha perso. Ma sarebbe come stracciare a metà lo stesso libro. Il libro di una lunga e appassionante corsa scudetto.