Juventus, la lunga cavalcata verso lo scudetto

I bianconeri sempre in testa, tre sconfitte e una forza di gruppo da veri numeri uno

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Comincia tutto quel 15 luglio 2014. In un'anonima giornata di un'estate che non si ricorda nemmeno per il caldo. Antonio Conte si dimette. E' sera. Il mondo Juve è scosso. Parole, parole e parole si scrivono e si dicono sull'argomento, ma intanto a Vinovo annunciano Massimiliano Allegri. Sì, proprio lui, l'ex Milan, nemico in battaglie e tante polemiche. Scetticismo. E' la parola che maggiormente accompagna il nome del "conte" Max al suo arrivo in bianconero. Lui sorride sotto i baffi che non ha. Analizza, studia e ci mette sempre la faccia. Intanto i giorni corrono forte e i mesi caldi sono quasi alle spalle. Il campionato, invece, è lì alle porte. La Juve è pronta, ma non è mica così facile. Dopo l'era dell'imperatore Antonio che di scudetti ne ha vinti tre di fila dopo anni di rospi indigesti, sarà una sfida oltremodo difficile da vivere.

Agosto, 30, Bentegodi di Verona. Ecco il Chievo, il debutto in campionato della Juve. 1-0, sofferto e tre punti in tasca con la vittoria che arriva grazie a un autogol e con Corini furioso ed espulso. C'è la solita sosta per le Nazionale e poi ci si ributta nella Serie A: 2-0 all'Udinese (stesso risultato poi in Champions). Intanto l'aria è quella di un big match, arriva il Milan di Inzaghi. Per Allegri è un ritorno al passato, ma non conta, quello che conta è chiudere il capitolo con gol e prestazione: San Siro non esulta. Esulta Max che a piccoli passi va avanti. Poi, come nelle migliori opera d'orchestra arriva il crescendo: doppio 3-0 con Cesena e Atalanta, ancora zero gol incassati.

Dopo il Milan, ecco la Roma per un autunno talmente caldo da arroventare, con le polemiche per l'arbitraggio, le settimane (e i mesi) a venire. In sintesi: la Juve vince sul campo 3-2, allunga e dà uno strappo piccolo al campionato (la classifica dice +3). La domenica dopo, i bianconeri incappano nel primo pari stagionale. Ma il peggio è alla fine del mese col k.o. al 94' sul campo del Genoa e l'aggancio della Roma.  A novembre però cambia tutto, i giallorossi crollano col Bayern (e prima col Napoli) e perdono la bussola, i bianconeri la ritrovano: 4 vittorie su 4 gare. Col picco del 7-0 al Parma e la perla di Tevez che regala un coast to coast da ovazione.

Se il buongiorno si vede dal mattino, allora non è un buongiorno quello che si inaugura con lo 0-0 con la Fiorentina e che continua con l'1-1 contro la Samp e in mezzo mettiamoci pure il pari senza reti in Champions contro l'Atletico e la sconfitta nella Supercoppa col Napoli. La classifica si accorcia in modo inesorabile. La prima del 2015 fa segnare ancora un pari: quello in casa con l'Inter. La Roma è a -1 e il campionato si riapre.

Nessun timore, la Juve guarda avanti e lo fa infilando 4 vittorie di fila e gol a raffica di cui tre in casa del Napoli espugnato dopo 15 anni e con un capolavoro di Pogba. La Roma non molla, è sempre a -3 e Totti col suo selfie fa il giro del mondo.

Ancora di fronte ma con una classifica che vede la Juve sempre a +6 sulla Roma. Finisce 1-1, questa volta senza polemiche. Da qui in poi è un crescendo. Allegri infila 6 vittorie consecutive, stende il Borussia Dortmund in Champions, centra il passaggio ai quarti e poi si becca la seconda sconfitta stagionale in campionato, col Parma ultimo e nella bufera societaria.

La Juve balla da sola, gli avversari non ci sono più da tempo. Il resto della stagione, con aprile che porta i saluti finale al campionato (e anche la batosta nel derby col Torino), è un continuo elogio bianconero, vittora col la Fiorentina compresa e con un Tevez da spavento. L'ultimo atto a Genova, dove con la Sampdoria basterebbe un pareggio. Ma è una Juve ingorda, che non si accontenta come non ha mai fatto negli ultimi quattro anni. E allora arriva un'altra vittoria firmata da Arturo Vidal. E' scudetto! Si sprecano parole e opinioni. Intanto Allegri e compagnia godono per la semifinale di Champions e mettono nel mirino anche la Coppa Italia. Più Maxi di così, questa Juve non poteva essere.

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