Internazionali, Del Potro è tornato al top: Djokovic avvisato

L'argentino è carico e ha ritrovato il rovescio: "Che pubblico a Roma!"

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Arrivato a Roma in sordina, Juan Martín del Potro è la gradita sorpresa degli Internazionali. Sulla terra rossa capitolina l'argentino ha recuperato fiducia, ritrovando anche il feeling col rovescio. Delpo è tornato. Lo dimostrano il gioco, i risultati e gli applausi. Sotto i suoi colpi finora sono caduti Dimitrov, Edmund e Nishikori e ai quarti lo aspetta un Djokovic non al massimo della condizione. Una chance importante per centrale a prima semifinale a Roma. Si prevedono scintille.

Dopo aver eguagliato il suo miglior risultato agli Internazionali (i quarti del 2009), a questo punto Delpo non si pone limiti. La terra di Roma è veloce e i suoi colpi possono fare male a chiunque. Soprattutto a Nole, che arriva da tre partite vinte senza brillare. Soprattutto se il rovescio continuerà a funzionare. "Il colpo non è ancora al 100%, però è in ripresa - ha spiegato Delpo -. Non mi limito solo alla difesa, ma riesco a fare qualcosa di più in attacco". "Ho tirato alcuni rovesci lungolinea vincenti, devo dire che mi ha sorpreso - ha aggiunto -. I miglioramenti sul rovescio sono incoraggianti in vista della stagione su erba: continuo a utilizzare lo slice, ma il topspin sta tornando. Però sono consapevole che ogni partita è dura, perché non riesco a tirare il rovescio come 5-6 anni fa. Oggi faccio più fatica".

Ma in campo l'argentino, oltre che sul suo talento, può contare sul sostegno del pubblico di Roma, che l'ha praticamente adottato. Arrivato nella capitale senza un coach e con le scorie di un grave lutto familiare, del resto, Del Potro sente la vicinanza del pubblico e non nasconde la sua gioia e ricambia l'affetto. "Il pubblico italiano è simile a quello argentino, molto caloroso ma allo stesso tempo appassionato e rispettoso: spero di trovare un clima del genere anche nella prossima partita", ha spiegato dopo la vittoria con Nishikori. Nole è avvertito. A Roma Delpo potrebbe bissare infatti l'impresa che nove mesi fa spense il sogno olimpico di Djokovic, decretando ufficialmente l'inizio della "crisi" del campione serbo.

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